Arriva l’arma contro gli affitti dei ‘furbi’. L’annuncio poco fa

La lotta agli affitti brevi si arricchisce grazie al nuovo strumento della banca dati delle strutture ricettive. Il sistema prenderà di mira in particolar modo le “locazioni brevi”, che costituiscono un settore del turismo extra alberghiero in continua crescita e difficile da monitorare. Il database raccoglierà dati delle strutture destinate a questa forma di affitto sul territorio nazionale:

a ciascuna di esse sarà assegnato un codice, che dovrà essere obbligatoriamente esposto negli annunci pubblicitari. In caso di violazione sono previste sanzioni tra i 500 ed i 5mila euro a struttura non schedata, che potranno raddoppiare in caso di reiterazione della medesima irregolarità. La banca dati, istituita nel decreto Crescita del 2019 è divenuta realtà solo dopo l’approvazione del ministero del Turismo.

In realtà alcune regioni (come la Lombardia) già effettuano verifiche del genere tramite un codice specifico, il codice identificativo regionale “Cir”: in mancanza di questo, nei prossimi mesi, sarà la banca dati nazionale ad assegnarne uno. I passi successivi saranno la creazione della piattaforma informatica dedicata, da realizzare attraverso procedura pubblica, e quindi la definizione di un protocollo di intesa con Regioni e Province autonome.

Tale accordo definirà l’entrata in vigore dell’obbligo di utilizzo del codice e, presumibilmente, anche un’uniformazione delle norme per definire i parametri di valutazione della locazione turistica. Saranno presi in considerazione il numero dei posti letto, i servizi offerti, le attrezzature presenti, l’accessibilità, le strutture ricreative e le attività legate al benessere: i dati, raccolti dalle singole Regioni, verranno poi trasmessi alla banca dati nazionale per creare uno specifico database di riferimento.

Confindustria Alberghi esprime la propria soddisfazione per l’iniziativa:”È uno strumento che chiedevamo da molto tempo”, dichiara il presidente Maria Carmela Colaiacovo, come riportato da Il Sole 24 Ore. “Non solo per la lotta all’evasione e alla concorrenza sleale, ma anche per fotografare quei fenomeni che in passato, in assenza di controlli, hanno provocato lo svuotamento delle città”.

L’Associazione italiana gestori affitti brevi pare più dubbiosa, e porta l’attenzione sulle modalità di realizzazione della banca dati: “Potrebbero prendere il portale di Turismo 5, a cui gli operatori di alcune regioni sono già tenuti a comunicare i flussi, ed estenderlo a livello nazionale, senza sprecare soldi pubblici nello sviluppo di altre macchinose piattaforme”, dichiara il presidente di Aigab Marco Celani.

I proprietari immobiliari, invece, ricordano che già esistono dei sistemi di controllo e disciplina in materia di locazioni brevi: “Si tratta di un ennesimo obbligo, che si aggiunge ai tanti introdotti negli ultimi anni”, precisa il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa. “Si pensi alla comunicazione alla Questura, alla ritenuta Irpef sui canoni, alla comunicazione alle Entrate da parte di intermediari e portali, alla recentissima e illogica presunzione di imprenditorialità in funzione del numero degli appartamenti. Invochiamo una tregua normativa sul tema”, conclude.