ANDREA PURGATORI, LA SVOLTA È ARRIVATA POCO FA: “PER SALVARLO BASTAVA UN…”

Lo scorso 19 luglio 2023 a Roma si spegneva una delle penne più importanti del giornalismo italiano: Andrea Purgatori. Classe 1954, il noto giornalista era affetto da una grave patologia che se l’è portato via in pochissimi mesi. Noto per la sua esperienza nel campo del giornalismo investigativo e della cronaca politica, la sua carriera ha inizio negli anni ’70, quando collabora con diverse testate giornalistiche locali e nazionali.

Negli anni successivi, Purgatori si specializza nel giornalismo investigativo, dedicandosi a inchieste su corruzione, criminalità organizzata e altri temi di rilevanza sociale e politica. Uno dei momenti più significativi della sua carriera è stato il lavoro svolto presso la trasmissione televisiva “Report” della Rai, dove ha contribuito a portare alla luce numerose storie di interesse pubblico attraverso inchieste e reportage approfonditi.

Oltre al lavoro televisivo, Andrea Purgatori ha scritto diversi libri di grande successo e collabora regolarmente con varie testate giornalistiche italiane. Il noto giornalista era affetto da una tremenda neoplasia ai polmoni, a causa della quale non sembrava avere scampo.

Purgatori si spegne improvvisamente in seguito al ricovero nella clinica privata Villa Margherita di Roma in circostanze tutte da chiarire. Nelle ore successive al decesso di Andrea Purgatori, i suoi famigliari hanno rilasciato un comunicato clamoroso, esprimendo il desiderio di fare chiarezza sulle cause del decesso del loro congiunto.

L’accusa è stata diretta verso la clinica romana dove il giornalista era ricoverato, sostenendo come Purgatori fosse stato sottoposto a terapie sbagliate a causa di una diagnosi errata. Dopo mesi di indagine la svolta è appena arrivata.

Il giornalista Andrea Purgatori è deceduto a Roma il 19 luglio. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, due fattori chiave devono essere considerati per comprendere le cause del suo decesso. In primo luogo, nessuno dei medici che lo curavano presso la clinica privata Villa Margherita di Roma sembrava comprendere appieno la sua patologia, che consisteva in un’endocardite (un’infezione delle valvole cardiache) coesistente con un tumore ai polmoni.

In secondo luogo, una terapia antibiotica semplice avrebbe potuto prolungargli la vita.In seguito a un esposto presentato dalla famiglia del giornalista, il pm Giorgio Orano ha avviato un’indagine per omicidio colposo nei confronti di quattro medici curanti e ha richiesto una consulenza.

Secondo la consulenza, il cardiologo Guido Laudani avrebbe trascurato segnali d’allarme, omettendo la prescrizione di accertamenti clinici e strumentali per la diagnosi di endocardite infettiva. Queste omissioni sono considerate imperizie e non rispondono alle buone pratiche cliniche. La mancanza di segnalazioni chiare riguardo alla presenza di endocardite prima del 16 giugno solleva ulteriori interrogativi.

Secondo i consulenti del pm,  sarebbe stato opportuno valutare altre ipotesi diagnostiche: “Sarebbe stato certamente opportuno eseguire un set di emocolture e richiedere una consulenza infettivologica. Gli accertamenti indicati avrebbero potuto intercettare il patogeno responsabile degli eventi febbrili e dell’endocardite infettiva con successiva richiesta di trasferimento in altra struttura“,

Questi accertamenti avrebbero potuto identificare il patogeno responsabile delle condizioni di Purgatori e richiedere il suo trasferimento in un’altra struttura sanitaria. La consulenza conclude sostenendo come una semplice terapia antibiotica avrebbe potuto allungargli la vita.