Amianto nelle scuole: lo respirano 350.000 alunni e 50.000 docenti e personale ATA
L’inizio del nuovo anno scolastico porta con se una problematica che viene sistematicamente rimandata, la presenza di amianto nelle scuole.
Sappiamo ormai da anni quanto sia dannosa questa sostanza, recentemente sono stati effettuati anche dei ritiri di cosmetici per la presenza di amianto. Il problema continua ad essere rimandato perchè le bonifiche di amianto nelle scuole sono molto onerose e lo Stato decide di non finanziarle.
In Italia attualmente sono presenti bene 2.400 istituti che contengono amianto, i dati sono stati resi pubblici dal Codacons. Secondo quanto emerge l’associazione a tutela dei consumatori denuncia che nel territorio italiano ben il 46,8% degli edifici scolastici non hanno il certificato di collaudo statico, e il 53,8% non ha quello di agibilità o abitabilità.
Gli appelli di richiesta di messa in sicurezza sono stati fatti più volte a ripetizione, a partire dal 2001 ci sono state ben 39 vittime legate a queste problematiche. Se pensiamo che nel solo problema legato alla presenza di amianto nelle scuole sono coinvolti ben 2.400 scuole con un bacino di 352mila alunni e 50mila docenti. Il Codacons è pronto a dare nuova battaglia e chiede ai sindaci e ai dirigenti scolastici un atto di coraggio, non aprire gli istituti a rischio.
L’amianto come sostanza killer ogni anno causa 6.000 decessi di mesotelioma (1.900), asbestosi (600), e tumori polmonari (3.600), e malgrado questi dati, ancora si continua a non far nulla in merito alla messa in sicurezza e bonifica delle scuole.
Il modulo per richiedere garanzia della sicurezza degli istituti
L’associazione si è anche attività sul fronte dei genitori che dovranno compilare un modulo presente nel loro sito, per valutare il livello di sicurezza delle scuole frequentate dai propri figli e così richiedere interventi urgenti di riqualificazione degli istituti, agibilità, impianti elettrici, vulnerabilità sismica, collaudo di conformità antincendio, e quant’altro, coinvolgendo anche l’amministrazione comunale che – ai sensi dell’art. 3 c.1 della Ln. 23/1996 – è tenuta a essere garante della manutenzione ordinaria, straordinaria e impiantistica degli edifici adibiti a scuola.
Ma nelle scuole dove può essere presente l’amianto?
- ricoprimenti a spruzzo e rivestimenti isolanti: fino all’85% di amianto (prevalentemente amosite spruzzata) e elevato potenziale di rilascio fibre;
- rivestimenti isolanti di tubazioni o caldaie: in tele, filtri, imbottiture in genere il contenuto di amianto è al 100%. Per altri rivestimenti in miscela al 6-10% con silicati di calcio. Elevato potenziale di rilascio fibre se i rivestimenti non sono ricoperti con strato sigillante uniforme e intatto;
- prodotti in amianto-cemento (coperture, tramezzi, cassoni dell’acqua, canne fumarie): 10-15% di amianto (crisotilo e anfiboli). Rilascio possibile solo se abrasi, segati o deteriorati;
- pavimenti vinilici: 10-15% di amianto crisotilo. In questo caso il rilascio di fibre è improbabile.
Lazio: presenza amianto in ben 275 strutture scolastiche
La presenza di amianto nelle scuole laziali è peggiore di quanto si potesse immaginare. Secondo l’ultima stima effettuata, gli edifici in cui è presente questo materiale cancerogeno sarebbero 275.
Quali sono i rischi che corrono gli alunni? Sono stati presi provvedimenti?
Ecco alcune risposte a queste domande.
Amianto nelle scuole: i numeri in Lazio e i rischi per i ragazzi
«Sono in continuo aumento i casi di mesotelioma e patologie absesto correlate nel personale docente e non docente nelle scuole di ogni ordine e grado», è quanto afferma a ‘La Notizia’ l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Ona, Osservatorio Nazionale Amianto.
Una situazione che, per anni, è passata sotto silenzio e che potrebbe essere più grave di quella prospettata, visto che la stima è stata resa pubblica dall’Ona nel 2011.
Il punto della situazione in Lazio
Nella regione Lazio la situazione non è delle migliori. L’amianto nelle scuole è stato trovato in ben 275 edifici. È quanto rivela il direttore del Centro amianto della Regione Fulvio Cavariani.
Per fortuna, la situazione non è uguale in tutte le strutture. I rischi più alti per la salute dei ragazzi e del personale docente interesserebbero solo 44 scuole. Qui, dove il materiale è stato adoperato all’interno del collante che tiene unite mattonelle e rivestimento. La presenza di amianto nei pavimenti coprirebbe un totale di 5mila quadri.
«In molti edifici costruiti nel periodo post bellico – spiega Cavariani – è presente l’amianto che, prima di conoscere i rischi per la salute, veniva considerato un materiale ‘miracoloso’ in sostituzione del ferro, per i suoi costi e le sue funzionalità».
Le situazioni peggiori si hanno in caso di pavimenti usurati, in cui il collante si è rinsecchito e alcuni rivestimenti si sono staccati.
I rischi e gli interventi messi in atto
Il rischio nelle strutture interessate dal problema sarebbe duplice. «Oltre al pericolo derivante dalle inalazioni di amianto nell’istituto, vi è anche quello del ‘trasporto’ delle polveri all’esterno dell’edificio, quindi a casa o in altre parti, dal momento che i ragazzi tendono ad appoggiare gli zaini nei pavimenti rovinati», afferma Cavariani.
Altre presenze di amianto, con una percentuale di rischio minore, sarebbero state rilevate nelle coperture di 31 scuole,nei serbatoi di 100 istituti e nei materiali di isolamento termico di 70 edifici.
Ma qualche provvedimento è già in atto: «Con il direttore Cavariani abbiamo concordato di avviare una collaborazione al fine di procedere a un censimento utile a verificare le opportune forme di intervento, in tale percorso sarà fondamentale il contributo dei dirigenti scolastici, dei municipi e degli uffici, che saranno coinvolti a pieno titolo nel processo di individuazione di soluzioni efficaci e idonee», afferma la presidente della Commissione Scuola di Roma Capitale Maria Teresa Zotta.Non solo amianto nelle scuole…
Purtroppo, il problema della presenza di amianto non è una questione nuova nel nostro Paese e non interessa solo le strutture scolastiche. Ricordiamo, per citare solo un esempio, il docu-film “H2A. L’acquedotto in amianto”, che racconta come gli acquedotti pubblici in Italia siano stati realizzati in cemento e amianto, secondo i film-maker Giuliano Bugani e Daniele Marzeddu.