Alluvione in Valle d’Aosta, Bonelli accusa il governo: “Non è stato fatto nulla”
L’ondata di maltempo che sta investendo Piemonte e Valle d’Aosta sta trasformando la gestione delle emergenze ambientali in un terreno di battaglia politica, alimentato da accuse reciproche e polemiche sui ritardi e le responsabilità. Frane, alluvioni e danni al territorio si susseguono, e mentre le comunità locali affrontano con difficoltà le conseguenze di eventi meteorologici estremi, il dibattito si infiamma tra chi punta il dito contro il governo di centrodestra e chi, come i Verdi italiani, denuncia una mancanza strutturale di un piano di adattamento ai cambiamenti climatici.
Le dichiarazioni di Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi Sinistra e co-portavoce di Europa Verde, riflettono questa tensione: “La situazione nelle zone colpite, come Cogne, è rimasta invariata o addirittura peggiorata rispetto all’anno scorso. La vera emergenza è la mancanza di un piano strutturale di adattamento climatico e la superficialità dimostrata dalla ministra Santanchè, che propone soluzioni distanti dai reali bisogni dei territori, come gli eliporti per turisti”. Dal punto di vista pratico, le conseguenze sono drammatiche: a Bardonecchia, i Vigili del Fuoco hanno recuperato il corpo senza vita di un uomo disperso a causa delle intense piogge che hanno causato l’esondazione del Rio Frejus, riproponendo le drammatiche immagini di un agosto già duro per la regione.
Le autorità locali sono intervenute con ordinanze di sicurezza: il sindaco di Bardonecchia, Chiara Rossetti, ha istituito una zona rossa lungo il corso del torrente, vietando l’accesso alle aree a rischio. Sul fronte valdostano, due smottamenti hanno interrotto la strada regionale 47, lasciando isolate alcune frazioni di Cogne e rischiando di mettere in pericolo le persone intrappolate in auto dalle frane. I soccorritori hanno portato in salvo alcuni residenti, evidenziando quanto la fragilità del territorio richieda interventi immediati per la messa in sicurezza.
Sullo sfondo, si agita il dibattito sulla gestione politica dell’emergenza. I Verdi, avanzando richieste di investimenti in infrastrutture ecologiche e resilienti, accusano il governo di non aver preso misure adeguate negli anni passati. Tuttavia, alcuni osservano che anche le forze politiche di centrodestra hanno avuto oltre un decennio di governo in cui sarebbe stato possibile promuovere politiche di prevenzione e riqualificazione del territorio, lasciando invece che il problema si aggravasse.
La vulnerabilità delle aree montane di Piemonte e Valle d’Aosta, acuita dalla conformazione geologica e dalla fragilità idrogeologica, rappresenta una sfida urgente. Frane e alluvioni continuano a mettere a rischio le comunità, chiedendo interventi efficaci, concreti e immediati. La politicizzazione dell’emergenza rischia di indebolire il senso di responsabilità e di affidare la lotta al cambiamento climatico a strategie di breve termine.
Per gli esperti e gli amministratori locali, la soluzione è una sola: un approccio pragmatico e di lungo termine, che coniughi tutela ambientale, sviluppo sostenibile e sicurezza dei cittadini. Investimenti mirati, strategie di prevenzione e una gestione efficace delle risorse sono le armi più utili per contrastare le conseguenze delle crisi climatiche che ormai, purtroppo, sono una realtà presente e non più un rischio futuro.