Alla Lamorgese 20.600 migranti sbarcati in 8 mesi non bastano: ne importa altri 20 con i corridori umanitari

Sono arrivati venerdì mattina all’aeroporto di Fiumicino 20 rifugiati destinatari di borse di studio che proseguiranno il loro percorso accademico in 10 atenei italiani, grazie al progetto University Corridors for Refugees. Secondo quanto riferito in una nota dell’Unhcr, gli studenti, tra cui una donna, provengono da Eritrea, Sudan, Sud Sudan e Repubblica Democratica del Congo e sono stati selezionati sulla base del merito accademico e della motivazione, attraverso un bando pubblico, da una commissione di selezione individuata da ciascuna università.

Una volta completato il periodo di quarantena obbligatorio per l’emergenza Covid-19, gli studenti inizieranno il loro percorso universitario presso le Università di Cagliari, Firenze, L’Aquila, Milano (Statale), Padova, Perugia, Pisa, Roma (Luiss), Sassari, e Venezia (Iuav). Il progetto University Corridors for Refugees vede la collaborazione del ministero degli Esteri, dell’agenzia Onu per i rifugiati Unhcr, di Caritas Italiana e Diaconia Valdese ed è reso possibile anche grazie al sostegno dell’Università di Bologna (promotrice della prima edizione del progetto nel 2019) e di un’ampia rete di partner in Etiopia (Gandhi Charity) e in Italia, che assicureranno il supporto necessario agli studenti per tutta la durata del programma di laurea magistrale.

“Siamo estremamente felici per questo straordinario risultato”, ha dichiarato Chiara Cardoletti, rappresentante dell’Unhcr per l’Italia, la Santa Sede e San Marino. “Con questa iniziativa l’Italia dimostra di voler essere all’avanguardia nell’individuare soluzioni innovative per la protezione dei rifugiati”.

Secondo il rapporto Unhcr ‘Coming Together for Refugee Education’ pubblicato la scorsa settimana, solo il 3% dei rifugiati a livello globale ha accesso all’istruzione superiore.

Entro il 2030, l’agenzia Onu si pone l’obiettivo di raggiungere un tasso di iscrizione del 15% a programmi di istruzione superiore per i rifugiati in paesi d’accoglienza e paesi terzi anche attraverso l’ampliamento di vie di accesso sicure che tengano in considerazione i bisogni specifici e le legittime aspirazioni dei rifugiati di costruire il loro futuro in dignità.

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