Alessia Pifferi, sorveglianza speciale e isolamento: potrebbe suicidarsi o subire violenze in carcere

Alessia Pifferi, la donna che ha lasciato morire la figlia Diana, di un anno e mezzo, di stenti, allontanandosi da casa per sei giorni, potrebbe suicidarsi in carcere o subire violenze da parte di altri detenuti.

Alessia Pifferi in carcere a San Vittore: disposti sorveglianza speciale e

isolamento

Per Alessia Pifferi, sono stati quindi disposti sorveglianza speciale e isolamento, in modo da impedire atti di autolesionismo o violenze da parte degli altri carcerati. A deciderlo il giudice per l’indagine preliminare Fabrizio Felice quando ha convalidato il fermo dell’arresto in carcere.

La donna si trova a San Vittore ed è accusata di omicidio volontario, con l’aggravante di futili motivi. Esclusa invece la premeditazione.

Esami per rivelare se Diana fosse stata sedata

Martedì 26 luglio 2022 sarà intanto effettuata l’autopsia sul corpo della piccola Diana, che, al momento del ritrovamento da parte della madre avvenuto nella mattinata di mercoledì 20 luglio, era già morta da almeno un giorno intero.

Gli esami sul latte contenuto nel biberon sveleranno se la piccola fosse stata prima sedata o meno. In cucina è stata infatti ritrovata una boccetta di En vuota. Al pubblico ministero Francesco De Tommasi, Alessia Pifferi ha raccontato che apparteneva a un suo ex compagno, ma tutto lascia presumere che qualche goccia sia stata data a Diana: questo spiegherebbe perché nessun vicino l’abbia mai sentita piangere o urlare mentre la madre era assente.

Da chiarire perché non siano mai intervenuti i servizi sociali

Sarà inoltre da chiarire perché la donna non abbia mai chiesto aiuto e perché i servizi sociali non si siano mai accorti di nulla. La piccola era nata nel bagno della casa del compagno di Alessia Pifferi, che non era il padre di Diana, vicino a Bergamo. Pifferi ha detto alla Polizia che il vero padre di sua figlia non era a conoscenza della nascita della bambina.

Secondo le testimonianze dei vicini, la donna non sarebbe mai stata affettuosa o premurosa con Diana. Al momento dell’arresto, Pifferi si è definita “una buona mamma”, ma ha anche dichiarato che era consapevole che la piccola, abbandonata per diversi giorni senza cibo e acqua, avrebbe potuto morire.