Alessia Ferrante morta durante la liposuzione, la difesa del chirurgo sulla droga

Per il caso diventato fascicolo penale su Alessia Ferrante morta durante la liposuzione, la difesa del chirurgo punta sull’elemento della droga e dell’alcol come precondizione per quello che non sarebbe stato un errore ma l’esito di una precisa condotta della vittima.

Alessia morta durante la liposuzione

Precisazione: quelle esposte sono solo e soltanto le tesi sostenute da parti terze nel procedimento penale per la tragedia del 10 aprile 2020 quando la 37enne influencer morì. Il medico responsabile dell’intervento di liposuzione alle cosce è stato rinviato a giudizio ed i legali sostengono la tesi scagionatoria dell’uso di cocaina. La Ferrante aveva più di 100mila follower su Instagram e da quanto si apprende andò in arresto cardiaco a causa di quello che l’autopsia ha accertato esser stato un sovradosaggio di anestetici.

La consulenza: “Utilizzo cronico di cocaina”

E gli avvocati Roberto Eustachio Sisto e Italia Mendicini, difensori dell’imputato affermano secondo il Corriere della Sera: “Gli esami clinici svolti dai consulenti del pubblico ministero hanno accertato che il tutto si è verificato nell’ambito di un ‘utilizzo cronico di cocaina verosimilmente alla simultanea assunzione di alcol’ da parte della paziente, elemento ad avviso della difesa assai rilevante per come poi gli eventi si sono drammaticamente evoluti”.