Al seggio elettorale coprono il crocifisso con lo scotch

Alcuni criticano la forma, altri la sostanza. La legge non è stata violata, ma quel crocifisso coperto con lo scotch in un seggio elettorale non può non sollevare polemiche.

In fondo siamo nell’epoca dei comizi elettorali rosario in mano, della Cei poco attratta da Salvini e dell’eterno dibattito tra laicismo e tradizioni culturali. Gesù oscurato col nastro adesivo non è cosa che passa inosservata.

Non stupisce dunque che qualcuno abbia storto il naso entrando in uno dei seggi di Signa, piccolo comune nel Fiorentino dove oggi si vota il ballottaggio tra il candidato sindaco del Pd, Giampiero Fossi (sostenuto da Pd e liste civiche), e quello di centrodestra, Vincenzo De Franco (spinto da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia). “Quando sono arrivata al seggio – racconta a IlGiornale.it Irina, rappresentante di lista – la scrutatrice mi ha fatto vedere che indossava un rosario e mi ha detto di averlo messo in segno di protesta perché la presidente aveva tappato con dello scotch il crocifisso sulla porta”. Nella foto si vedono larghe strisce di nastro adesivo a coprire il simbolo cristiano. Una verticale, l’altra orizzontale. Sotto, coperto, il Cristo in croce.

Inevitabili le proteste. “Sono andata a chiedere alla presidente il perché di una simile scelta – insiste Irina – e lei mi ha detto che per legge lo può fare”. In effetti, alcune sentenze giudiziarie vanno in questa direzione. In una sentenza della Corte di Appello di Perugia si legge che “tra ciò che la sala delle elezioni deve avere non è affatto menzionato o considerato il crocefisso” e quindi è opportuno che “la sala destinata alle elezioni sia uno spazio assolutamente neutrale, privo quindi di simboli che possano, in qualsiasi modo, anche indirettamente e/o involontariamente, creare suggestioni o influenzare l’elettore”. Croce compresa.

“Effettivamente – ammette anche Filippo La Grassa, segretario Lega piana fiorentina – la polizia ci ha detto che forse non è il massimo, ma lo poteva fare. La legge glielo permette”. Restano però le critiche del Carroccio. “Sinceramente lascia sbigottiti – aggiunge – la volontà grottesca della presidente di Seggio, per di più moglie del candidato sindaco del Pd, di coprire il crocifisso. Questo è un gesto di volgare miopia sì, ma anche gravemente offensivo della sensibilità che la maggior parte dei signesi e degli italiani. È inaccettabile che chi dovrebbe rappresentare il popolo italiano nella sua interezza anteponga a concordati e leggi dello stato i propri personali convincimenti. Un gesto del quale dovrebbe solo vergognarsi”.

Ovviamente non si fa che dibattere sul perché si sia deciso di non mostrare un emblema così innocente. “La presidente – confessa Irina – ci ha spiegato che in passato qualcuno si era lamentato perché non voleva vedere il crocifisso”. Dopo il polverone, pare che il nastro adesivo sia stato rimosso. Abbiamo provato a contattare il candidato sindaco piddino così come a raggiungere la presidente del seggio. Non appena possibile saremo pronti a dar credito alle loro ragioni. Intanto, nell’attesa di sapere chi sarà il prossimo primo cittadino di Signa, la politica locale si divide su Gesù. “Non è giusto coprirlo – conclude Irina – Il crocifisso non induce a pregare. È solo il simbolo della nostra cultura”.