Aggressione in Centrale, yemenita con “simpatie islamiste”. Così la Germania lo ha rifilato all’Italia

Quello che è successo ieri mattina intorno alle 11 in Stazione Centrale a Milano sta facendo parecchio discutere.

Mahamad Fathe, infatti, ha aggredito alle spalle il caporale scelto Matteo Toia. Lo ha colpito alla gola con un paio di forbici. E dopo essere stato bloccato, il folle ha urlato più volte “Allah Akbar! Allah Akbar!”, l’urlo dei terroristi.

Interrogato dal pm Alberto Nobili, responsabile del pool dell’antiterrorismo della Procura di Milano, l’immigrato ha tentato di “giustificare” il folle gesto. “Ero stanco di questa vita – ha detto – l’unico modo per farla finita era con questo gesto, volevo essere ucciso per raggiungere il paradiso di Allah”. Così il 23enne yemenita, con alle spalle diversi precedenti penali, ha cercato di uscire da questa situazione. Ma il video dell’aggressione diffuso in rete parla chiaro e fa rabbrividire. Una violenza inaudita, fuori controllo.

L’immigrato adesso è dietro alle sbarre ed è accusato di tentato omicidio aggravato dalle finalità terroristiche e di violenza a pubblico ufficiale. Ed è irregolare sul territorio italiano in quanto in possesso di un permesso di soggiorno ormai scaduto. Da fonti inquirenti – scrive il Corriere della Sera – spuntano dettagli allarmanti. Per dirla bene.

Le autorità tedesche, infatti, avevano segnalato lo yemenita a quelle italiane. Hanno fatto il loro lavoro? Insomma. Il 23enne, infatti, era stato espulso dalla Germania e rimandato in Italia a luglio, qui da Berlino era arrivata una segnalazione. Perfetto, ma come? Era generica, incompleta e parlava soltanto di “simpatie islamiste” dell’immigrato, non di legami con l’Isis o di indagini. Cosìc e lo hanno rifilato. E qui ha aggredito il militare.