“Affari con la Cina comunista per milioni di dollari”: gli sms che inguaiano il corrotto Joe Biden

 

Di Roberto Vivaldelli – Gli affari di Hunter Biden pesano sempre di più sulla corsa alla Casa Bianca del padre, il democratico Joe Biden, già vicepresidente degli Stati Uniti nell’amministrazione Obama. Alcuni sms pubblicati in esclusiva da Fox News sembrano far supporre che l’ex vicepresidente incontrò, nel maggio 2017, gli emissari di una società energetica cinese, nonostante il candidato dem avesse smentito questa ricostruzione.

Fox News ha ottenuto gli sms da Tony Bobulinski, un tenente in pensione della Marina degli Stati Uniti, nonché ex Ceo di SinoHawk Holdings e socio in affari di Hunter. “Fammi sapere se faremo cena presto con tuo zio e tuo padre e dove, anche per la traduzione dei documenti?” Bobulinski scrive ad Hunter il 2 maggio 2017. “Papà non sarà qui prima delle 11” risponde l’interessato. Più tardi Bobulinski invia un messaggio a Jim, il fratello di Joe Biden, lo stesso giorno, il 2 maggio 2017, dicendo: “È fantastico conoscerti e passare un po’ di tempo insieme, grazie Joe per il suo tempo“.

Qual’era l’oggetto dell’incontro? Forse un prestito alla famiglia. Un’altra e-mail inviata a Tony Bobulinski da un alto funzionario cinese il 26 luglio 2017 mostra che la compagnia energetica cinese Cefc propone un prestito “senza interessi” di 5 milioni di dollari alla famiglia del candidato dem “sulla base della loro fiducia“. Meno di due settimane dopo, l’8 agosto 2017, 5 milioni di dollari vengono trasferiti dalla Cefc all’azienda di Hunter Biden, secondo i documenti in possesso del Senato. Il proprietario della Cefc, Ye Jianming, era tra i più ambiziosi dei magnati cinesi prima che il suo impero degli affari crollasse. Il nome di Bobulinski è diventato pubblico nei giorni scorsi, quando il New York Post ha pubblicato una delle mail contenute nel laptop di Hunter Biden recuperato da un negozio di riparazioni di computer nel Delaware.

Il whistleblower inguaia il candidato dem e conferma gli affari con la Cina
Tony Bobulinski, destinatario di una email pubblicata da New York Post, nella quale sembrerebbero indicati i dettagli di una transazione d’affari tra un’azienda cinese e membri della famiglia Biden, ha confermato la “autenticità” del documento. Come riporta l’agenzia Adnkronos, l’email risale al 13 maggio 2017 e nel testo si fa riferimento a “Hunter” e a tale “Big Guy”, il ‘pezzo grosso, che sarebbe, secondo quanto raccontato da Bobulinski a Fox News, lo stesso ex vicepresidente degli Stati Uniti.

Bobulinski, ex partner d’affari di Hunter Biden, sembra smentire quanto affermato dal candidato democratico alla Casa Bianca, che ha detto di non essersi mai interessato alle attività imprenditoriali del figlio. Hunter “facevaspesso riferimento a lui per il suo via libera o per consigli su potenziali affari – sostiene Bobulinski –ho visto il vice presidente Biden dire che non parlava mai con Hunter dei suoi affari. Posso dire per esperienza diretta che non è vero, perché non si trattava solo degli affari di Hunter, dicevano che mettevano in gioco il nome della famiglia Biden“. Le accuse si fanno ancora più dirette: “La famiglia Biden ha aggressivamente fatto uso del proprio nome per guadagnare milioni di dollari da entità straniere, anche se alcune erano controllate dalla Cina comunista“. Secondo il Wall Street Journal, il candidato democratico deve immediatamente chiarire i suoi rapporti con la Cina. “La maggior parte dei media ignora le e-mail trovate nel laptop di Hunter Biden, ma questo non significa che non siano notizie“, scrive l’autorevole quotidiano finanziario. L’Fbi è in possesso del computer portatile che apparterrebbe ad Hunter e nel quale sarebbero contenute le email che indicherebbero i suoi affari all’estero, compresi i contatti con l’Ucraina e la Cina.

Burisma e gli affari in Ucraina
Come riportato la scorsa settimana dal New York Post, in un’inchiesta esclusiva, Hunter Biden, presentò a suo padre un alto dirigente di Burisma, la società energetica ucraina in cui lavorava, prima che l’allora vice presidente americano facesse pressioni sui funzionari del governo di Kiev affinché licenziassero un procuratore che stava indagando sull’azienda. A rivelarlo, sono le email entrate in possesso del New York Post. L’incontro, mai rivelato prima d’ora, secondo il tabloid sarebbe menzionato in un messaggio che un membro del board di Burisma, Vadym Pozharskyi, avrebbe inviato a Biden Jr il 17 aprile 2015, circa un anno dopo che Hunter era entrato nel consiglio con uno stipendio che arrivava ai 50 mila dollari al mese. “Caro Hunter, grazie per avermi invitato a DC e per avermi dato l’opportunità di incontrare tuo padre e di aver passato un pò di tempo insieme. È un onore e un piacere”, si legge nell’e-mail.

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