Adesso c’è il boom di FI Il sondaggio con il “turbo”

 

Successivamente alla crisi di governo della scorsa settimana e alle dimissioni del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, è stata aggiornata la Supermedia, riguardante i sondaggi elettorali, stilata da Agi/Youtrend.

Rispetto ad inizio anno, questa volta, hanno reso pubblici i loro dati e le loro statistiche 7 istituti demoscopici, 3 in più rispetto alla Supermedia della scorsa settimana, permettendo così di avere un quadro più completo della situazione italiana.

Non sono stati registrati dei veri e propri cambi radicali quanto piuttosto un leggero riequilibrio in favore dei principali partiti della scena nazionale. Si ferma la crescita di Fratelli d’Italia, il raggruppamento che fa capo alla Meloni, infatti, sono tre settimane consecutive che fa registrare sempre lo stesso dato: 16,3%, migliore di sempre. Inoltre, è da segnalare che, ormai, è da ottobre, dopo il sorpasso ai danni del Movimento 5 Stelle, che la loro grande ascesa sembra essersi stabilizzata su questa percentuale. Anche la Lega di Matteo Salvini non vede cambi di percentuale e resta fermamente primo partito con il 23%.

Chi, realmente, ha giovato, in termini di sondaggi, della crisi di governo è stata Forza Italia che, nonostante il voto favorevole di alcuni suoi, ormai ex, parlamentari al governo Conte, ha visto un’importante crescita ed una centralità ritrovata nello scacchiere politico. La loro percentuale, per molti istituti demoscopici supera il 10%.

Sorridono, ma non troppo, anche Pd e M5s che vedono un leggero aumento nelle loro fila di elettori, rispettivamente il primo partito dello 0,3% e il secondo dello 0,6%. La formazione guidata da Zingaretti resta ancora la seconda forza nazionale e si aggira attorno al 20,1%. Si tratta, però, di una percentuale che non li può far stare totalmente sereni dal momento che ben 5 istituti demoscopici su 7 li danno sotto questa soglia. I Pentastellati, invece, tirano un piccolo sospiro di sollievo dato che con questo aumento, di poco più di mezzo punto percentuale, arrivano a superare il 15%. Sicuramente, però, dovranno riflettere bene su quali scelte fare nel prossimo futuro dato che nel giro di qualche elezione hanno visto dimezzare il proprio consenso.

Contrariamente a quanto ci si sarebbe potuto aspettare, né Renzi, né Conte hanno fatto registrare un aumento o una riduzione di preferenze; resta, infatti, stabile Italia Viva al 3%.

Si tratta, però, di sondaggi precari dal momento che non tengono conto della, concreta, possibilità che l’ex premier decida di scendere in campo con un proprio partito. Questo, infatti, qualora prendesse questa decisione, raggiungerebbe con facilità più del 10% a discapito principalmente di M5s e Pd che vedrebbero notevolmente ridotti i propri consensi.

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