Adesso cancellano Quota 100. Come si andrà in pensione

 

Diverse ipotesi per rivedere Quota 100 e correggere il sistema delle pensioni.

Il tavolo del Cnel è pieno di idee e proposte che saranno condivise con il ministero del Lavoro e con le parti sociali.

Già, perché come sottolinea Il Sole 24 Ore l’obiettivo numero uno è trovare la strada migliore per superare lo “scalone” che si creerà in materia previdenziale tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022. Ma gli attori in campo studieranno anche un modo per analizzare la “gravosità” delle occupazioni e la spesa pubblica in materia assistenziale.

E così il presidente del Cnel, Tiziano Tre, ha riunito un gruppo di tecnici formato da Alberto Brambilla, Angelo Pandolfo, Cesare Damiano, Marco Leonardi, Michele Raitano e Michele Faioli. Il team dovrà trovare “una soluzione sostenibile di flessibilità” e “la forma di integrazione su base fiscale da adottare per dare più forza alle pensioni di lavoratori“.

Il “pensatoio” dovrà fornire “utili indicazioni” su quanto detto entro il 31 dicembre 2020. A meno di scossoni improvvisi in seno al governo giallorosso – da non escludere del tutto vista la precarietà dell’esecutivo – il cantiere-previdenza riprenderà a lavorare a pieno organico a partire dalle prossime settimane.

Va da sé, come anticipato, che il rebus principale da risolvere è quello legato a Quota 100. Cosa fare quando termineranno i tre anni di sperimentazione previsti dalla misura introdotta nel 2019?

Le opzioni sul tavolo
La prima ipotesi è tutto sommato conservativa. Quota 100 resterebbe al suo posto ma verrebbero alzati i requisiti minimi a 64 anni di età e 36 di contributi. La novità sostanziale starebbe nella riconfigurazione dell’assegno da erogare, che passerebbe solo ed esclusivamente in versione contributiva come accade per Opzione donna.

In altre parole si applicherebbe un ricalcolo contributivo del “montante”. La possibilità – spiega ancora Il Sole 24 Ore – è molto concreta considerando che le coorti in uscita dal 2022 potranno contare su sempre minori “anni residui a calcolo retributivo”.

L’alternativa è quella di percorrere la strada delle uscite anticipate tarate “sul grado di gravosità” delle varie categorie lavorative e di incrementi dell’aspettativa di vita “bloccati per anno di nascita del lavoratore-pensionato”.

Questa è la soluzione proposta dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico. In ogni caso bisogna sottolineare come la commissione tecnica per lo Studio delle attività gravose appaia funzionale allo schema ipotizzato dallo stesso Tridico. Uno schema del genere, inoltre, dovrebbe essere visto di buon occhio anche dal ministro del Lavoro, Nunzia Cataldo, che dovrà coordinare il tavolo con le parti sociali chiamate in causa.

“Nessuna modifica per Quota 100”
In ogni caso, nonostante le numerose indiscrezioni, fonti di Palazzo Chigi hanno smentito l’eventualità di ogni possibile revisione di Quota 100 e del reddito di cittadinanza: “Dopo l’approvazione della manovra, non è all’ordine del giorno dell’agenda di governo alcuna revisione né di quota cento né del reddito di cittadinanza”. Il tema fronte resta comunque caldissimo e da seguire con la massima attenzione.

 

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