ADALGISA GAMBA, DOPO L’ESITO UFFICIALE DELL’AUTOPSIA, IL GESTO ESTREMO DAL CARCERE

Il mare, quello in cui tanto amiamo recarsi l’estate per trovare un po di refrigerio dalla calura estiva, nasconde insidie, custodisce segreti, restituisce corpi, nasconde delitti.

Quel mare che sembra ricongiungersi al cielo, nella sua immensità, nel corso degli anni è stato il teatro di molte scene del crimine, di molti ritrovamenti di cadaveri o di quel che resta di corpi, finti in acqua per fatalità o per colpa.

Ci sono storie dell’orrore, che non vorremmo mai sentire; episodi che potrebbero costituire i ciack di un film horror ma che, purtroppo, sono reali. Una realtà cruda.

E quando, grazie al lavoro di chi si occupa di tragici ritrovamenti, viene fuori la realtà, molte ipotesi crollano e si ricompongono i tasselli di un puzzle molto più complesso del previsto; un puzzle che nasconde una tragica verità.

In queste ore non si fa altro che parlare di una notizia che ha letteralmente sconvolto l’Italia, già troppo provata da una serie di fatti di cronaca aventi per protagonisti, nella loro innocenza i bambini.

Ricorderete tutti la storia del piccolo Francesco, il bimbo di 2 anni e mezzo trovato senza vita, accanto alla madre, la sera del 2 gennaio scorso, su una spiaggia di Torre del Greco, in provincia di Napoli. Ora è arrivato l’esito dell’autopsia effettuata 6 mesi fa su quel corpicino ed venuta fuori una realtà agghiacciante.

Secondo quanto scrive il consulente della Procura di Torre Annunziata delegato all’esame autoptico, il bimbo sarebbe morto per “soffocamento attraverso l’occlusione di naso e bocca” e non per annegamento e non aveva “nessun segno di violenza sul corpo”. Per dover di cronaca, ricordiamo che il piccolo si trovava in spiaggia con la madre 41enne, Adalgisa Gamba, detenuta da gennaio nel carcere femminile di Pozzuoli. Su di lei grava una pesantissima accusa: quella di omicidio volontario.

La notizia, riportata dall’Ansa, è molto ricca di dettagli perché dall’esame autoptico è stata rilevata la presenza di filamenti di cellulosa vegetale, forse riconducibili a un fazzolettino di carta, nei polmoni e nei bronchi del piccolo e nessun segno di violenza esterna sul naso e sulla bocca, sempre riscontrati nei precedenti casi quando si tappa il naso e la bocca di una vittima per soffocarla.

L’avvocato della madre del piccolo, Salvatore Del Giudice Grossi, ha già chiesto ma non ottenuto la sua scarcerazione spiegando che: “I risultati dell’esame autoptico gettano delle ombre sulle responsabilità di Adalgisa” . Ma ci sarebbe anche un’altra notizia, riportata dal quotidiano Metropolis, davvero sconvolgente. Secondo quanto scritto, Adalgisa, nei giorni scorsi, avrebbe tentato il suicidio nel carcere femminile di Pozzuoli ed ora è sorvegliata a vista per evitare che possa compiere altri gesti estremi.

Il marito della donna, sin dal primo momento, ossia sin da quando venne trovata quella sera dai carabinieri in spiaggia, ha sempre accusato la consorte di avere progettato l’omicidio di Francesco, di avere approfittato della sua assenza in casa per allontanarsi con il figlio con l’obiettivo di assassinarlo , rivolgendole pesanti accuse: “sei pazza, hai ucciso mio figlio, avresti dovuto ammazzarti tu”. Con l’obiettivo di conoscere tutta la verità, la Procura di Torre Annunziat ha affidato ai Ris ulteriori perizie.