Accordo di Malta, tutta la verità: così hanno fregato il governo

Le partenze dalle coste libiche non si arrestano. Gli sbarchi hanno ripreso a ritmi vertiginosi. E nel Mar Mediterraneo si tornano a contare i morti. Eppure tutto, al governo e in Europa, cercano di venderci l’intesa sottoscritta dal ministro dell’Interno Luciana Morgese a Malta come la soluzione ultima per contrastare l’immigrazione clandestina.

La verità, però, è un’altra. In più di un’occasione, infatti, abbiamo sottolineato le falle dell’accordo sottoscritto dal governo giallorosso, ma il direttore Franco Bechis sul Tempo ha tirato fuori un nuovo tassello che svela la fregatura che sottende a tale patto: qualora dovesse entrare in vigore nella forma in cui è stato concepito, per il nostro Paese sarebbe un vero e proprio sucidio perché saremmo costretti a prendere il doppio degli immigrati che sono già arrivati.
comparazione arrivi mensili

Nei giorni scorsi il commissario agli Affari interni, Dimitris Avramopoulos, si è detto “speranzoso” che “il maggior numero possibile” di Stati membri dell’Unione europea si decida a partecipare al meccanismo concordato al mini-summit di Malta dello scorso settembre per garantire lo sbarco e la ridistribuzione dei migranti salvati nel Mediterraneo centrale. “A Malta c’erano quattro Stati membri. Alle discussioni tecniche successive hanno preso parte 13 Stati membri”, ha spiegato Avramopoulos. “C’è interesse e volontà di partecipare con misure di solidarietà pratiche – ha poi concluso – ma le discussioni sono ancora in corso. Spero che il maggior numero possibile di Stati membri alla fine aderisca”. A Bruxelles, ma non solo, sono in molti a volere che questo accordo prenda forma. A partire dal nostro governo. Ma, tra le pieghe di quell’intesa, ci sono un’infinità di clausole che, se applicate, finiranno per penalizzare (come al solito) il nostro Paese. In primo luogo perché il meccanismo volontario ipotizzato prevede una via di fuga per i Paesi del Nord Europa, come la Germania, che non hanno alcuna intenzione di farsi carico di altri immigrati. Qualora il carico degli sbarchi dovesse aumentare, chiunque potrà fare un passo indietro e chiamarsi fuori dal patto. In questo modo i Paesi di primo approdo, come l’Italia e la Grecia, resterebbero con il cerino in mano.

Quando il governo ha presentato l’accordo di Malta, ha detto che, quando verrà applicato, i Paesi firmatari si faranno carico del peso degli sbarchi e non lasceranno più l’Italia da sola. Bisogna però vedere cosa significa davvero questo proposito che sulla carta sembra buono ma che, come dimostra oggi il Tempo, è una vera fregatura. Se dovessimo applicare tutti gli impegni presi dalla Lamorgese, oggi il nostro Paese non si troverebbe a dover gestire solo gli immigrati sbarcati sulle sue coste, ma il doppio. Finanche altri tre o quattro Paesi europei dovessero decidersi a firmare, il numero scenderebbe sì, ma senza dare alcun beneficio. Anzi, il nostro governo si vedrebbe arrivare altri stranieri arrivati in altri Paesi e li dovrebbe gestire sborsando altri soldi. Per fare una previsione realistica di quanto ci attende, basta dare un’occhiata ai dati pubblicati mercoledì scorso dall’agenzia Frontex. Nei primi nove mesi del 2019 in Italia sono arrivati irregolarmente 9.700 migranti, meno di un quinto del totale delle persone approdate nello stesso periodo in Grecia, dove sono arrivati 50.600 disperati, e in Spagna, dove sono stati contati 17.798 arrivi. “Durante il mese di settembre nel Mediterraneo Centrale, cioè sulle coste italiane – si legge sul report – sono giunti in modo irregolare 2.280 migranti, il 16% in più rispetto ad agosto e oltre il doppio rispetto ai 900 dell’agosto 2018, ma pur sempre una frazione degli 11.500 arrivi registrati in Grecia” che ha registrato una aumento del 16% rispetto al mese di agosto. Numeri che stanno drammaticamente aumentando grazie alle politiche portati avanti dal governo giallorosso, come ha notato anche l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Con il governo delle poltrone sono aumentate le partenze, gli sbarchi e i cadaveri. Proviamo dolore per chi perde la vita e tanta pena per gli ipocriti che si scagliavano contro i porti chiusi e ora stanno zitti“.

Questi numeri bastano per farci capire che, se dovesse essere applicato l’accordo di Malta, molto probabilmente l’Italia dovrà prendersi, nel caso più ottimistico, qualche immigrato in più rispetto a quelli che oggi sbarcano sulle sue coste. Nel caso peggiore, invece, vedrà aumentare questo numero sino a raddoppiare.