Zona rossa dal 15 ottobre, la decisione sta facendo molto discutere: insorgono gli amministratori

Zona rossa nei Comuni con meno del 75% di vaccinati? Insorgono gli amministratori. Scatta l’ultimatum per 21 comuni, maglie nere per le vaccinazioni anti-Covid: se non raggiungeranno il 75 per cento di copertura, rischiano la zona rossa dal 15 ottobre. La risposta non si è fatta attendere: “In questo momento a Furci Siculo, 3mila e 500 abitanti, ci sono solo 13 positivi al covid. Sono tutti a casa con sintomi lievi. Com’è immaginabile l’istituzione di una zona rossa, che metterebbe in ginocchio l’economia locale, come annunciato da Asp e struttura commissariale, perché se non si raggiunge il 75% dei vaccinati entro il 15 ottobre? Ma anche sui calcoli ho da ridire: quelli dell’Asp e quelli della struttura commissariale non collimano. Ed infine:

quelli che hanno preso il covid negli ultimi sei mesi non sono immunizzati? Dove li inseriamo? Con loro il mio Comune sarebbe al di là della percentuale indicata”. E’ un fiume in piena il sindaco di Furci Siculo, Matteo Francilia. Insieme ad altri colleghi sindaci e amministratori dell’hinterland jonico dice “no ad una ipotesi che sa di ricattino”. Ed ancora: “Stiamo facendo il possibile e l’impossibile noi sindaci, sin dall’inizio della pandemia. Siamo da quasi due anni in prima linea ed ora ci addossano delle responsabilità che non sono nostre. Abbiamo messo a disposizione i locali per i vaccini. Abbiamo invitato la gente a farli e continuiamo a farlo.

Ma voglio ricordare – prosegue Francilia – che non esiste un obbligo vaccinale, cosa dovrei fare? Li mettano obbligatori. Non si può scaricare tutto sulle spalle dei sindaci. E poi per quanto riguarda l’ipotetica zona rossa – chiosa il primo cittadino – su quale norma, ordinanza o decreto si basa?”. In merito alle comunicazioni che giungono da Asp e struttura commissariale Francilia chiede chiarezza: “Da una parte si scrive (in un documento inviato anche al prefetto) che a Furci i vaccinati oscillano tra il 50 e il 60%; dall’altra che siamo al 67, 49% con almeno una dose. E poi ci sono quelli che hanno preso il covid… Ripeto che da parte mia c’è la massima disponibilità a collaborare, come dimostra la data del 30 ottobre fissata per nuove vaccinazioni, ma se si continua a pressare la gente si sortisce l’effetto contrario.

E se dovesse arrivare la zona rossa nelle condizioni in cui ci troviamo, siamo pronti a fare le barricate”. Molto critica anche la posizione degli amministratori comunali di S. Teresa di Riva. “Ritengo sia meglio convincere anziché costringere” esordisce l’assessore alla Salute, Gianmarco Lombardo. “Una zona rossa così come è stata annunciata – aggiunge – non ha alcun senso. Se c’è qualche problema nella campagna vaccinale non va certo addebitata ai cittadini e agli amministratori locali. Inoltre – incalza Lombardo – non è il caso di alimentare tensioni sociali, di mettere l’uno contro l’altro (vaccinati e non vaccinati) la gente è davvero stanca”.

GIOVANNI DE LUCA (FIUMEDINISI): “NON SCARICHIAMO COLPE SUI CITTADINI, IMPUGNEREMO EVENTUALE PROVVEDIMENTO”. “Zona rossa de ché” fa eco Giovanni De Luca, sindaco di Fiumedinisi, paese balzato agli onori della cronaca nazionale per la bassa percentuale di vaccinati. “Parliamo di dichiarazioni che, al di là delle coloriture giornalistiche – dice De Luca – suonano come una sorta di minaccia, che ha trovato la pronta smentita istituzionale poche ore dopo da parte del dirigente generale del Dipartimento di prevenzione dell’Assessorato Regionale della salute.

E non poteva essere altrimenti – prosegue il sindaco – visto che la zona rossa viene determinata esclusivamente dagli indici di aumento dei contagi rispetto alla popolazione residente ed inoltre, per la Regione, dalle percentuali di occupazione dei posti letto ospedalieri e nelle terapie intensive, che per la cronaca sono in calo. Spero che quello a cui abbiamo assistito – aggiunge Giovanni De Luca – sia davvero l’ultimo dei tentativi di scaricare sui cittadini ‘colpe’ che non esistono, o quanto meno vanno cercate ad altri indirizzi. Valuteremo su quale logica si baserà l’eventuale provvedimento e siamo pronti ad impugnarlo dinanzi agli organi competenti. Al momento a Fiumedinisi c’è un solo positivo in via di guarigione…”.