Zitto! Andrebbe processato per…” le ragioni dell’accusa micidiale di Becchi.

I governi cambiano, gli anni passano ma Giorgio Napolitano resta il Re che è vietato criticare.

Ma ne siamo proprio sicuri? Il senatore a vita che ha disarcionato il governo di centrodestra e ha consegnato il Paese prima a Monti e poi ai vari esecutivi del Partito democratico è ancora intoccabile?

In occasione delle elezioni del 4 Marzo, ricordiamo quelle negate qualche mese fa proprio dall’ex presidente della Repubblica.*

Gesto molto contestato, non solo da Matteo Salvini ma anche da voci meno di parte come quella di Paolo Becchi, docente di filosofia del diritto, ex ideologo dei Cinquestelle ora sostenitore di un’alleanza sovranista.Per l’occasione mise in rete il libro “Napolitano, Re nella Repubblica. Per una messa in stato d’accusa”, scritto con Granara.

Di seguito, alcune domande postegli a riguardo.

Professor Becchi, Napolitano ha ordinato che non si deve andare a votare. E la politica si è messa sull’attenti.
Ha detto che bisogna ritardare le elezioni e arrivare alla scadenza naturale, quasi fosse ancora il capo dello Stato. È curioso che proprio lui dica che occorre arrivare alla fine della legislatura, quando nel 2011 da presidente della Repubblica ha organizzato un colpo di Stato contro il governo Berlusconi. Lì la scadenza del mandato non è stata rispettata, per decisione dei poteri forti di Bruxelles.

Cosa pensa di ciò che ha detto Salvini?
Le espressioni forti adoperate da Salvini, e stigmatizzate da tutte le forze politiche, corrispondono alla verità. Napolitano avrebbe dovuto subire un processo per alto tradimento. La nostra costituzione lo consente. Lui ha tradito la costituzione. Che nel 2011 si sia verificato un colpo di Stato è ormai assodato. I colpi di Stato oggi non si fanno con i carri armati, così come oggi la guerra in Europa non la si fa con le baionette ma con l’euro. I colpi di Stato possono scaturire da una lettera di Bruxelles o Francoforte.

Lei parla di colpo di Stato permanente.
Esatto. Siamo nella continuazione di quello che io chiamo il colpo di Stato permanente, iniziato nel 2011 e che doveva trovare compimento definitivo con l’approvazione della riforma costituzionale. Quest’ultimo tassello è saltato e ora siamo nel caos più totale. Nel libro spiego dettagliatamente per quali motivi si sarebbe dovuto arrivare all’impeachment di Napolitano. Il movimento Cinquestelle provò a chiederlo ma in modo ridicolo e demenziale, attraverso un post sul blog di Grillo: questo ci fa capire quanto quel partito non faccia sul serio.

C’è ancora chi crede alla favoletta di Napolitano super partes.
Nel secondo mandato Napolitano era chiaramente orientato contro il M5S, ma il presidente della Repubblica deve essere sempre super partes. Mentre lui è sempre stato il presidente di una parte soltanto. E ora che non è più capo dello Stato continua a svolgere esattamente lo stesso ruolo. Che se ne stia zitto, con tutti i danni che ha provocato al Paese. Salvini ha fatto bene a ricordarlo. Se ci fosse stato il Grillo di un tempo quelle cose le avrebbe dette anche lui.

Re Giorgio, l’intoccabile.
Il ruolo svolto da Napolitano era al di fuori della costituzione. Altro che repubblica presidenziale, la sua è stata una vera e propria monarchia. Le decisioni politiche fondamentali, l’allontanamento di Berlusconi, la lotta contro il M5S delle origini, quindi la chiamata di Renzi al posto di Letta per neutralizzare l’avanzata delle forze di cambiamento alle europee, sono tutte operazioni architettate da un presidente della Repubblica che per il nostro ordinamento dovrebbe essere soltanto il custode della costituzione. E invece ha assunto, per il nostro ordinamento, un ruolo eversivo per il quale sarebbe dovuto apparire in parlamento ed essere messo sotto accusa per alto tradimento e per tradimento della costituzione.

E tu… cosa ne pensi?