Vigili del fuoco, eroi dimenticati: “Anche questo governo ci nega l’Inail. Meglio morire che infortunarsi”

 

“Guardo quelle immagini del premier davanti all’idrovora dei vigili del fuoco a Venezia, e mi girano le scatole…ancora retorica sui pompieri eroi.

Come l’altra settimana quando tre dei nostri sono rimasti sotto le macerie della cascina esplosa. Commozione, cordoglio, solidarietà e poi il nulla. Alla fine, anche se può sembrare assurdo, è quasi meglio morire che rimanere infortunati perchè quando ci facciamo male non abbiamo l’assicurazione Inail e siamo lasciati soli davanti alla burocrazia”.

Luca Cipriani è un capo squadra dei vigili del fuoco di Verona, fa fatica a parlare dei colleghi scomparsi nel crollo di Alessandria e quasi si vergogna di usare quelle parole così forti, scandalose, per denunciare l’ennesima delusione del Corpo più amato (e più trascurato) dagli italiani.

Dopo le mancate promesse del governo gialloverde, anche il nuovo esecutivo ha lasciato inevase le richieste dei vigili del fuoco che domani manifesteranno davanti a Montecitorio e in molte altre piazze italiane.

“Io sarò sotto la Prefettura qui a Verona – dice ancora Cipriani – e presenteremo lo sciopero nazionale indetto da tutti i sindacati, a cominciare da Cgil-Cisl-Uil per il 21 novembre, il 2, il 12 e il 21 dicembre. L’ultima volta che abbiamo scioperato era 15 anni fa, e sia chiaro che la nostra è un’astensione dal lavoro simbolica perchè verrà comunque garantita l’attività di soccorso alla popolazione”.

I pompieri, che qualche settimana fa hanno incontrato anche il premier Giuseppe Conte, chiedono da anni risorse adeguate per il rinnovo del contratto di lavoro (oggi la differenza di stipendio con gli altri corpi dello Stato viaggia intorno ai 400 euro, che diventano 600 nel confronto con i vigili del fuoco degli altri Paesi europei), l’istituzione della pensione complementare e il potenziamento degli organici che, per la parte operativa ammontano a poco più di 30mila unità (uno ogni 2.000 abitanti):

il parametro di riferimento che evidenzia la carenza di circa 10mila addetti è quello dei 20 minuti necessari ad un intervento ottimale che riduca al minimo il rischio di vittime e di danni. “Nella legge di bilancio di questo governo – sottolinea Cipriani – nonostante le tante promesse, ci sono soltanto una ventina di milioni, che erano già stati stanziati da tempo, destinati appena a coprire gli straordinari dell’insufficiente personale operativo”.

Ma la vera “offesa” che i vigili del fuoco soffrono sulla propria pelle, è l’incredibile assenza di una copertura assicurativa Inail per gli infortuni e le malattie professionali. “In caso di incidente siamo costretti a pagarci da soli le prime cure e solo dopo peripezie burocratiche arriviamo a indennizzi che non superano i duemila, duemilacinquecento euro. Insomma, mentre tutti gli altri dipendenti pubblici hanno l’Inail che li prende in carico da subito, noi siamo lasciati soli davanti allo Stato.

Ecco perchè dico che alla fine è meglio morire che infortunarsi. Lo so è una provocazione dura, fa male. Sembra cinismo – aggiunge Cipriani, che ha anche promosso una petizione, con la voce rotta dall’emozione – ma non ne possiamo più: almeno le famiglie delle vittime hanno la copertura del fondo vittime del dovere”.

Una provocazione che Luca condivide anche con un suo ex collega siciliano che gli ha scritto proprio in questi giorni: “Si chiama Angelo, e ora è in pensione – racconta Cipriani -. Quando aveva 40 anni ha avuto un incidente mentre soccorreva dei ragazzi con handicap, è precipitato dalla scala a ganci e si è rotto i calcagni.

Si è dovuto pagare addirittura il viaggio da Catania a Bologna per l’operazione. Il fratello Giacomo, pompiere anche lui, è morto in servizio e ora Angelo dice che gli è andata meglio, perchè gli eredi almeno hanno avuto il risarcimento”. Storie di vigili del fuoco, eroi dimenticati. (repubblica.it)

sostenitori.info