Vertice volenterosi: l’Italia prepara nuovi Samp/T per Kiev, Macron invia Mirage. Orban sfida le sanzioni Usa sul petrolio

Una giornata densa di eventi e decisioni cruciali ha segnato l’andamento del conflitto in Ucraina, con un fronte internazionale che si muove compatto per sostenere Kiev e mettere sotto pressione Mosca. La “coalizione dei volenterosi”, riunita a Londra, ha ribadito il suo impegno a rafforzare il sostegno militare ed economico all’Ucraina, mentre sul fronte diplomatico si intensificano i tentativi di mantenere aperti canali di dialogo con il Cremlino.

Sul piano militare, l’Italia si appresta a finalizzare il dodicesimo pacchetto di aiuti, con particolare attenzione a munizioni e missili Samp/T per la difesa antiaerea, mentre la Francia annuncia l’invio di nuovi missili Aster e ulteriori caccia Mirage 2000, rafforzando la difesa aerea di Kiev e ampliando i programmi di addestramento dei piloti ucraini. La Croazia, invece, reintroduce la leva obbligatoria dal 2026, in un contesto di crescente mobilitazione militare regionale.

In un contesto di escalation, si registrano anche segnali di tensione nel Baltico e nel Pacifico: una nave da guerra russa è stata avvistata nel Mar del Giappone, mentre due bombardieri Tu-95MS russi hanno sorvolato le acque internazionali del Mar del Giappone, monitorati da Tokyo. La guerra dei cieli si intensifica, con Kiev che denuncia lanci di oltre 130 droni russi, di cui molti abbattuti, mentre Mosca rivendica intercettazioni di droni ucraini nelle regioni di Bryansk, Rostov e Crimea.

Sul fronte diplomatico, si segnala un tentativo di dialogo tra Mosca e Washington: domani a Miami si terrà un incontro tra Dmitriev, rappresentante del fondo sovrano russo, e Witkoff, inviato americano, nel tentativo di riaprire canali di comunicazione nonostante le recenti sanzioni contro le compagnie petrolifere russe. Intanto, il presidente ucraino Zelensky, accolto dal re Carlo III a Windsor, ha ribadito la richiesta di una pace “forte ed equa”, avvertendo del rischio di un disastro umanitario imminente e sottolineando che “solo una soluzione di forza può porre fine alla guerra”.

L’Unione Europea, con il sostegno di Antonio Costa, ha promesso di rafforzare il supporto economico e militare a Kiev per i prossimi due anni, garantendo che le esigenze finanziarie dell’Ucraina saranno coperte e adottando il 19° pacchetto di sanzioni, con l’obiettivo di smantellare le reti di esportazione del petrolio russo e di rafforzare la cooperazione internazionale contro le attività di Mosca.

In un quadro di tensioni crescenti, il premier ungherese Viktor Orban ha ammesso di lavorare con le compagnie russe per aggirare le sanzioni americane sul petrolio, suscitando dure reazioni da Bruxelles. La crisi si estende anche in Europa dell’Est, con la Croazia che reintroduce la leva obbligatoria, mentre l’Ungheria si schiera apertamente contro le sanzioni statunitensi, evidenziando le divisioni all’interno dell’alleanza occidentale.

In conclusione, la giornata ha evidenziato come la guerra in Ucraina sia entrata in una fase di forte escalation militare e diplomatica, con gli alleati che rafforzano le proprie posizioni e cercano di mantenere aperti i canali di comunicazione con Mosca, nel tentativo di evitare un disastro umanitario di proporzioni ancora maggiori. La comunità internazionale si trova di fronte a una sfida cruciale: sostenere Kiev senza escludere la possibilità di negoziati, pur mantenendo alta la pressione su Putin e le sue strategie di guerra.