Verso il cambio di colori: la prima zona bianca? No, arriva il “rosso scuro”

 

Secondo l’ultimo Dpcm, il governo ha deciso di introdurre un quarto tipo di classificazione per quanto riguarda le regioni italiane, ovvero: la zona bianca. Corrisponde alle caratteristiche della zona bianca quella circoscrizione in cui in cui si riscontra un Rt inferiore a 1 ma soprattutto si registrano settimanalmente un numero inferiore ai 50 casi ogni 100mila abitanti. Ovvero quelle zone dove sia la diffusione del virus che l’impegno del sistema sanitario sono molto bassi.

Allo stesso tempo, però, Didier Reynerds, commissario europeo alla Giustizia, ci fa sapere che l’Europa inserirà la zona rosso scuro, ovvero quelle zone con un tasso di 500 positivi ogni 100mila abitanti.

Come sottolinea Repubblica.it, la zona bianca viene considerata “più un’ipotesi di scuola che una possibilità vera” e la causa è l’andamento dei contagi nel Belpaese. La nostra nazione, infatti, si trova nella parte bassa della curva dei contagi e circa tutte le Regioni stanno avendo una riduzione dei positivi ma nonostante questo si è ancora molto lontani dal traguardo. Ragione per cui è possibile dire che venerdì prossimo nessuna regione verrà classificata come tale.

Chi spera nella zona bianca

Le regioni più papabili, al momento, sono: Basilicata, Sardegna, Toscana e Val d’Aosta. Lo diventeranno? Al momento no, ma nulla è ancora detto per quanto riguarda il prossimo futuro. In tutta franchezza, però, l’unica regione che realmente si avvicina, in tempi brevi, a questo traguardo è la prima citata. Tutti gli altri territori italiani si trovano ancora molto lontati dall’obiettivo.

Parliamo di queste regioni in quanto sono le più vicine dato che in Basilicata si è registrata un’incidenza settimanale pari a 60,58 casi. Si tratta di un caso virtuoso in quanto, solo una settimana prima, i dati segnavano 96. Se continuerà su questa strada, è possibile il raggiungimento dei 50 casi ogni 100mila abitanti.

La Sardegna, invece, con 77,89, non fa registrare nessun miglioramento, se non lieve, per quanto riguarda l’incidenza settimanale. Sette giorni fa, invece era si attestava a 78. Nonostante, in questo ambito, abbia dei valori bassi, questa regione resta zona arancione in quanto, il rischio, calcolato secondo i 21 parametri, resta ancora alto. Ciò vuol dire che resterà dello stesso colore per altre due settimane, almeno.

La Toscana, poi, è la Regione che ha visto il miglioramento più radicale: dalla zona rossa e arancione precedente alle festività natalizie, ora registra un Rt sotto l’1, un rischio basso e un’incidenza settimanale di 80,62 casi. Il rischio però è che tenda ad incrementarsi questo numero dato che si è registrato un aumento di quasi 10 casi ogni 100mila abitanti rispetto alla scorsa settimana.

Leggero aumento anche per la Val d’Aosta che passa dagli 89 ai 93 casi ogni 100mila abitanti. Si tratta comunque di dati molto bassi se confrontati con il resto d’Italia.

Come riporta ancora Repubblica.it i dati calcolati per la settimana dal 18 al 24 gennaio sono: Bolzano 578,198, Friuli 293,94, Trento 211,31, Umbria 200,22, Emilia 189, 75, Marche 183,05, Sicilia 180,46, Puglia 165,85, Veneto 152,9, Lazio 136,93, Liguria 124,46, Abruzzo 120,08, Campania 118,47, Molise 113,21, Piemonte 112,87, Lombardia 110,41, Calabria 102,66.

La zona “rosso scuro”

Mentre il nuovo Dpcm introduce, come abbiamo visto, la zona bianca, l’Europa aggiunge la zona rosso scuro. A darne comunicazione è Didier Reynerds, commissario europeo alla Giustizia, il quale, oggi, ha illustrato la nuova mappa del contagio realizzata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. “Si applicherebbe (questo nuovo colore) a un’area in cui il tasso di segnalazione di 14 giorni è superiore a 500 per 100 mila persone” ha dichiarato Reynerds. In Italia, la zona rosso scuro coinvolgerà: Friuli Venezia-Giulia, Veneto, Emilia-Romagna e la provincia autonoma di Bolzano, per un totale di quasi 11 milioni di persone, ben un italiano su 5. Le restrizioni sono: obbligo di test e di quarantena per viaggiare all’interno dell’Unione Europea.

“L’Emilia-Romagna, con i dati attuali, non correrebbe certo il rischio di entrare, a livello europeo, in zona ‘rosso scurò, ammesso che l’ennesima sfumatura cromatica possa essere il miglior modo per contrastare l’epidemia. A oggi, infatti, il numero cumulativo di positivi ogni 100mila abitanti, sia nel corso della settimana tra il 18 e il 24 gennaio, sia nelle due precedenti ha fatto registrare cifre più basse della soglia di 500 indicata in questa proposta dell’Unione europea” ha subito precisato Raffaele Donini, assessore alle Politiche per la salute della regione.

Rettifica immediata anche da parte di Zaia che ha rassicuaro: “Il Veneto non rischia la zona rosso scuro, anzi, è molto sotto i parametri, siamo a quota 201. Quei dati sono superati” .

In ogni caso, oltre l’Italia, i Paesi toccati saranno: Francia, Germania, Portogallo e quasi tutta la Spagna per un totale di circa 20 zone.

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