“Vergogna per i migranti morti in mare”. E padre Zanotelli fa lo sciopero

 

Crescita esponenziale dell’immigrazione clandestina, hotspot di Lampedusa al collasso ed un numero di sbarchi che s’incrementa incessantemente anche nel momento in cui il governo cala la carta del lockdown (parziale) nella speranza di non arrivare a quello totale come paventato nelle scorse ore: eppure tutto questo non basta a padre Alex Zanotelli, pronto ad inscenare ulteriori proteste in difesa dei “migranti”.

Si tratta dell’ennesimo sciopero della fame organizzato dal religioso, e le motivazioni di fondo sono sempre le stesse: neppure la maggioranza giallorossa infatti, secondo l’opinione di padre Alex Zanotelli, sta facendo abbastanza per venire incontro alle esigenze degli extracomunitari che attraversano il Mediterraneo con l’obiettivo di sbarcare sulle coste italiane.

Le limitazioni imposte dal governo a causa dell’emergenza Coronavirus impediranno al missionario esclusivamente di presenziare dinanzi all’ingresso di Montecitorio, ma la protesta non si fermerà per questo, come ha spiegato il diretto interessato dinanzi ai microfoni di AdnKronos: “Digiuno in solidarietà con i migranti”, questo il nome dell’iniziativa, proseguirà anche tra le mura domestiche.

“Purtroppo la seconda ondata della Covid-19 ci impedisce (di nuovo) di fare il presidio davanti a Montecitorio, fissato a domani per il ‘Digiuno in solidarietà con i migranti'”, spiega per l’appunto il missionario. “Ognuno di noi”, suggerisce poi Zanotelli, “farà il digiuno nelle proprie case o nei monasteri”.

Le motivazioni alla base delle rimostranze del religioso vengono chiarite ancora una volta. “Siamo decisi a continuare a farlo perché non possiamo accettare in coscienza la politica europea ed italiana che persiste nel finanziare i criminali della Guardia Costiera Libica per riportare in Libia (nei lager libici!) i profughi scovati in mare (con l’aiuto dell’Italia!)”.

Italia, dunque, complice dei presunti crimini compiuti contro i clandestini. Inoltre, aggiunge Zanotelli, “non possiamo accettare che il nostro governo trattenga nei nostri porti , per futili ragioni, le navi salvavita, impedendo così i salvataggi. Nè possiamo accettare che le nostre navi e quelle francesi, poste davanti alle coste tunisine, blocchino chi tenta di attraversare il Mediterraneo”.

In conclusione arriva un appello accorato rivolto agli stati dell’Unione europea ed ai cattolici. “Come europei, ma sopratutto come cristiani, non possiamo che vergognarci di aver ridotto il Mare Nostrum a Cimiterium Nostrum”, conclude il missionario.

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