Vaticano, Leone XIV approva e firma la nota dottrinale “Mater Populi fidelis”: il titolo di Maria “Corredentrice” è “inappropriato e sconveniente”

Dopo decenni di dibattiti e interpretazioni divergenti, il Dicastero per la Dottrina della Fede ha finalmente preso una posizione chiara e definitiva sulla questione del titolo mariano di “Corredentrice”. Con la pubblicazione della nota dottrinale “Mater Populi fidelis”, approvata e firmata dal Papa Leone XIV, la Chiesa intende mettere ordine in una questione che ha diviso teologi e fedeli sin dal XX secolo.

Il documento riafferma con forza il ruolo di Maria come Madre di Dio e “prima discepola”, ma sottolinea come il titolo di “Corredentrice” sia «sempre inappropriato» e «perfino sconveniente». La nota evidenzia che questa espressione rischia di «oscure l’unica mediazione salvifica di Cristo» e di «generare confusione» tra i fedeli, distorcendo il messaggio cristiano e rischiando di attribuire a Maria una funzione che spetta esclusivamente a Cristo, unico Mediatore e Redentore.

Il prefetto del Dicastero, cardinale Víctor Manuel Fernández, ha spiegato che questa decisione non mira a correggere la pietà popolare, ma a distinguere tra devozioni autentiche, ispirate al Vangelo, e quelle che potrebbero portare a fraintendimenti teologici. L’obiettivo è approfondire i corretti fondamenti della devozione mariana e chiarire il suo ruolo nella relazione con i fedeli, alla luce del mistero di Cristo.

Origini storiche e interpretazioni del titolo

Il titolo di “Corredentrice” affonda le sue radici nel XV secolo, anche se il suo uso ufficiale si consolidò nel XX secolo. Derivato da “Redentrice” e “Madre del Redentore”, il termine si sviluppò in epoca medievale, con San Bernardo di Chiaravalle che assegnò a Maria un ruolo ai piedi della Croce, ispirando il formulare del titolo. La sua prima apparizione in un inno a Salisburgo risale a diversi secoli fa, e nel corso del tempo è stato adottato da vari Pontefici, anche se con interpretazioni non sempre omogenee.

Il primo Papa a usare ufficialmente il termine fu Pio XI nel 1925, che si rivolse alla Regina del Rosario di Pompei affermando che Maria divenne “Corredentrice” sul Calvario, cooperando alla salvezza del mondo insieme a Cristo. Tuttavia, il Concilio Vaticano II preferì non adottare questa formula, preferendo un linguaggio più sobrio e in linea con la Scrittura.

Anche Giovanni Paolo II, pur utilizzando il termine in alcune occasioni, sottolineò il valore salvifico del dolore condiviso con Maria sotto la Croce, senza attribuirle una funzione di co-redentrice. Le perplessità sul titolo sono state condivise anche da Joseph Ratzinger, futuro Papa Benedetto XVI, che nel 1996 e nel 2002 evidenziò come “Corredentrice” si discostasse dal linguaggio biblico e patristico, rischiando di oscurare la piena dipendenza di Maria da Cristo.

Una linea più coerente con il Vangelo

Papa Francesco, da sempre attento alla corretta catechesi, ha più volte ribadito che Maria non si è mai presentata come co-redentrice, ma come discepola fedele. La nuova nota dottrinale “Mater Populi fidelis” conferma questa linea, invitando i fedeli a valorizzare titoli mariani più consoni alla Scrittura, come «Madre dei credenti», «Madre spirituale» o «Madre del popolo fedele».

Il documento mette in guardia da formulazioni che potrebbero trasformare Maria in un “parafulmine” tra l’uomo e la giustizia divina, come se fosse un’alternativa alla misericordia di Dio. La Chiesa desidera preservare la profondità della devozione mariana, riconosciuta come un vero e proprio “tesoro”, ma senza compromettere la centralità di Cristo nella Redenzione.

Conclusioni

Con questa presa di posizione ufficiale, la Chiesa intende chiarire il ruolo di Maria nella fede cristiana, riaffermando che la sua funzione è quella di Madre e modello di fede, obbedienza e amore, ma senza condividere con il Figlio la funzione redentrice. La decisione mira a mantenere integra la dottrina e a guidare i fedeli verso una devozione più autentica e radicata nel Vangelo, evitando fraintendimenti e confusione teologica.