Usa-Iran, la notte dell’attacco: è successo di tutto

Usa-Iran, la notte dell’attacco: è successo di tutto – Con un attacco aereo improvviso, Donald Trump ha scosso il Medio Oriente, sferrando un’azione militare contro tre siti nucleari in Iran (Fordow, Natanz ed Esfahan) e gettando altra benzina su un conflitto già acceso da giorni di bombardamenti israeliani. Il blitz è arrivato ben prima del termine delle due settimane che lo stesso presidente aveva indicato per trovare un’intesa con Teheran.

L’attacco aereo, avvenuto a poche settimane dalla scadenza del termine che Trump stesso aveva fissato per raggiungere un accordo con l’Iran, è stato definito da Teheran come un atto di guerra. La televisione di Stato iraniana ha immediatamente lanciato un’allerta, dichiarando ogni cittadino o militare americano nella regione un “legittimo obiettivo”. Un account associato ai Guardiani della Rivoluzione su X ha poi annunciato: “Adesso è iniziata la guerra”. Gli Houthi, alleati dell’Iran, hanno espresso solidarietà e promesso una risposta immediata.

“Successo totale, ora la pace” – Le parole di Trump

Donald Trump ha affidato a Truth Social il suo primo commento sull’attacco, dichiarando il successo dell’operazione e lodando l’operato dei militari americani. Successivamente, dalla Casa Bianca, ha confermato la distruzione dei siti nucleari iraniani con attacchi di precisione, lanciando un ultimatum a Teheran: “Il futuro dell’Iran è pace o tragedia. Se non scelgono la pace, abbiamo altri obiettivi pronti, e li colpiremo con forza, velocità e precisione”.

L’ex presidente ha sottolineato la collaborazione con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che ha definito la decisione “coraggiosa”. Secondo quanto riportato dalla CBS, Washington avrebbe comunicato a Teheran, attraverso canali diplomatici, che l’obiettivo non è un cambio di regime, ma un messaggio militare chiaro.

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Il clima politico americano si infiamma

Negli Stati Uniti, l’azione ha scatenato un acceso dibattito politico. I Democratici hanno denunciato l’illegittimità dell’attacco, privo dell’approvazione del Congresso, con Alexandria Ocasio-Cortez che ha chiesto l’impeachment. La base repubblicana e l’elettorato MAGA, invece, hanno espresso un sostegno compatto.

L’operazione, tenuta segreta fino all’ultimo, ha coinvolto mezzi militari imponenti, tra cui bombe anti-bunker sganciate da bombardieri B-2 decollati dal Missouri e missili Tomahawk su altri obiettivi.

L’ONU lancia l’allarme

Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha espresso profonda preoccupazione, definendo l’attacco una “pericolosa escalation in una regione già sull’orlo del baratro”. Il timore è che gli Stati Uniti vengano trascinati in un conflitto diretto con l’Iran, mettendo a rischio i 40.000 militari americani presenti nella regione.

Mentre l’Europa osserva la situazione, la diplomazia sembra sospesa. La guerra, questa volta, potrebbe davvero cominciare.