UN TAGLIO SECCO ALLA GOLA CON UNA LAMETTA: LA NOTIZIA IMPROVVISA DALLA CASA CIRCONDARIALE
L’art. 27 della Cost. nel suo significato di responsabilità penale e funzione rieducativa della pena, sancisce al terzo comma che “ le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso d’umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.
Il legislatore ha il divieto di porre in essere pene con modalità che siano lesive del rispetto della persona, ed il principio della finalità rieducativa della pena, secondo cui le pene non devono solo punire il reo ma mirare soprattutto alla sua rieducazione, essendo requisito fondamentale per il suo reinserimento nella società.
Che la vita in un penitenziario non sia idilliaca lo sappiamo. Non è facile condividere lo stesso spazio, la stella cella, con detenuti rinchiusi per aver commesso reati di diversa entità, dal furto alla rapida, sino ad aggressioni, omicidi, bullismo, sbeffeggiamenti etc.
Non è raro che la cronaca, nazionale ed estera, ci restituisca casi di detenuti che si sono tolti la vita in cella ,per svariate motivazioni e, poco fa, ci è giunta una notizia raggelante e improvvisa, lasciandoci sconcertati e increduli. Va però precisato che non è facile nemmeno lavorarci all’interno di un penitenziario.
Si parla di taglio secco alla gola con una lametta, avvenuto tra le mura di un penitenziario italiano.
Nel carcere di Frosinone si sono vissuti attimi di autentica follia, in quanto un detenuto con problemi psichiatrici accertati ha ferito gravemente un poliziotto penitenziario alla gola con una lametta. La notizia è stata diffusa da Ciro Di Domenico e Mirko Manna che sono, rispettivamente, il coordinatore del Lazio e Nazionale del sindacato Fp Cgil polizia penitenziaria.
Sulla base delle prime informazioni diramate a mezzo stampa, il detenuto responsabile dell’accaduto, di cui non sappiamo né l’età, né la sua nazione d’appartenenza, nei giorni scorsi ha subito un trasferimento per ordine e disciplina dal carcere di Rieti a quello di Frosinone. Nella mattinata di oggi, il poliziotto è andato ad aprirgli la cella per accompagnarlo a fare la doccia. E’ stato in quel frangente che il detenuto ha estratto una lametta, forse nascosta in bocca, tagliandogli la gola.
A mezzo stampa apprendiamo che il poliziotto è finito in sala operatoria con 25-30 punti alla gola, per cui la sua situazione è davvero seria. Quanto accaduto deve far riflettere sull’aumento delle aggressioni da parte dei detenuti, nelle case circondariali di tutta la nostra Penisola.
Federico Olivo del Fp Cgil polizia penitenziaria, ha dichiarato: “Apprendiamo dai colleghi che lavorano nei penitenziari che le percentuali di aggressioni sono aumentate in modo esponenziale. Per quanto riguarda invece il discorso attinente al carcere e alle strutture alternative, è il giudice che ne dispone la sistemazione, non è detto che un detenuto con problemi psichiatrici sia trasferito nelle Rems o sia sottoposto a misure particolari”.
A denunciare i fatti la funzione nazionale sicurezza della Cisl. Il segretario regionale Massimo Costantino fa presente come il fenomeno delle aggressioni sia diventato sempre più dilagante e una grossa responsabilità, sostiene la Cisl, è da attribuire alla carenza di personale che nel carcere di Frosinone attualmente è di circa 80 unità.Per la Fns Cisl Lazio occorrono urgenti e radicali interventi perchè il personale è stremato.