Umbria, Marini ci ripensa e non si dimette. Gelo tra i vertici del Pd

Resta o lascia? Catiuscia Marini, presidente della Giunta dell’Umbria coinvolta in un’indagine sulla sanità, per il momento prende tempo.

Aveva presentato le sue dimissioni, ma a Perugia l’Assemblea regionale le ha chiesto di ritirarle, con 11 sì contro 8 no. Marini dirà cosa ha intenzione di fare “a breve”, ma ritiene di aver agito sempre con buona fede e nel rispetto della legge, facendo capire di voler arrivare a fine mandato, l’anno prossimo. La stessa governatrice ha votato contro le sue dimissioni, cosa che ha permesso ad arrivare alla maggioranza assoluta (11 su 21). Non hanno partecipato due consiglieri Pd: uno è Giacomo Leonelli, che aveva annunciato la sua decisione durante il dibattito. L’altro è Luca Barberini, ex assessore regionale alla Sanità coinvolto nelle indagini. Compatte le opposizioni: vogliono che Marini lasci i 2 esponenti pentastellati così come Lega, FdI e FI (ognuno dei quali ha un consigliere). Il gruppo misto, che conta 5 componenti, si è diviso tra favorevoli e contrari alle dimissioni. La governatrice, in un appassionato intervento di fine seduta, ha detto: “Non lascio macerie né in materia di bilancio né sul sistema sanitario”.

Quindi ha spiegato di aver “agito sempre con onestà, buona fede e rispetto della legge: non posso che rispettare le indagini su di me, so che ho fatto errori, anche politici, anche umani, ma so che ho rispettato la legge”. La governatrice umbra è indagata nell’inchiesta della procura di Perugia su alcuni concorsi per le assunzioni all’ospedale del capoluogo, dove sarebbero stati aiutati candidati vicini ad esponenti del Pd. Lo scandalo è esploso a metà aprile: allora, il segretario dem Nicola Zingaretti aveva semplicemente chiesto “responsabilità” e, dopo una lunga riunione con i vertici del Pd umbro e gli avvocati, era arrivato il passo indietro di Marini, che però ora potrebbe anche rimanere al suo posto. Il tira e molla sulle dimissioni rischia di prestare il fianco a nuovi attacchi contro il Pd da parte della Lega e, soprattutto, del M5S. Quando è emerso dall’indagine che la governatrice avrebbe ricevuto in anticipo le domande di un test, Luigi Di Maio ha attaccato direttamente Zingaretti: “Un segretario serio avrebbe espulso Marini dopo 5 minuti, come ho fatto io”, aveva tuonato. Domenica prossima l’Umbria andrà al voto non solo per le Europee ma anche per 63 dei 92 comuni della Regione. La scelta della governatrice potrebbe pesare anche sulle realtà locali più piccole. Va detto, comunque, che il Movimento 5 stelle parteciperà alle elezioni soltanto in 6 municipi: Bastia Umbra, Foligno, Gualdo Tadino, Gubbio, Piegaro e la stessa Perugia.