Udine, caos durante Italia-Israele: polemica sul Tg3 e il fiocco nero di Antinelli per i giornalisti morti a Gaza

Una giornata intensa e carica di tensione quella vissuta ieri a Udine, teatro della partita Italia-Israele valida per le qualificazioni ai Mondiali 2026. La serata si è aperta con manifestazioni di protesta e scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, e si è conclusa con polemiche politiche e gesti simbolici che hanno attraversato il mondo dell’informazione e dello sport.

Il caso Cecconi: una frase che accende la polemica

Il momento di maggiore controversia si è verificato durante un collegamento in diretta del Tg3, quando il cronista Jacopo Cecconi ha affermato: «L’Italia ha la possibilità di eliminare Israele almeno sul campo, vincendo». Una frase che, in un contesto già teso per le recenti escalation in Medio Oriente e le proteste in Italia, ha scatenato un acceso dibattito politico e mediatico.

Le reazioni non si sono fatte attendere: Fratelli d’Italia ha definito le parole “gravissime e assurde”, chiedendo interventi immediati alla Rai e l’intervento dell’Ordine dei Giornalisti. Anche senatori e deputati di altri schieramenti hanno chiesto chiarimenti, sottolineando l’importanza di mantenere equilibrio e responsabilità nel servizio pubblico.

La difesa del Tg3: “Frase estrapolata dal contesto”

In poche ore, il Comitato di Redazione del Tg3 ha pubblicato una nota ufficiale per difendere il collega Cecconi, spiegando che la frase è stata estrapolata dal contesto e che non aveva alcuna connotazione politica o ideologica. Secondo il Cdr, Cecconi si riferiva esclusivamente alla partita di calcio e al clima di contestazione fuori dallo stadio, sottolineando che «almeno sul campo» l’Italia può eliminare Israele vincendo.

Il comunicato ha ribadito che l’uso della frase isolata è stato strumentale e che il giornalista non ha mai avuto intenzioni di alimentare polemiche politiche.

Scontri e feriti tra manifestanti e forze dell’ordine

Nel frattempo, fuori dallo stadio di Udine, la situazione si è fatta più grave. Un corteo pacifico si è trasformato in un confronto acceso con le forze dell’ordine, che hanno risposto con idranti e lacrimogeni per respingere i manifestanti. Tra i feriti, anche due giornaliste, tra cui Elisa Dossi di Rainews, colpita da una pietra durante gli scontri.

Le immagini della tensione hanno fatto il giro del web, mostrando un corteo che, inizialmente pacifico, è degenerato in un vero e proprio scontro con le forze dell’ordine, che hanno impedito ai manifestanti di raggiungere lo stadio.

Il gesto di Antinelli: un ricordo ai colleghi caduti

Dopo il fischio finale, vinto dall’Italia per 2-0, Alessandro Antinelli di Rai Sport ha indossato in diretta un fiocco nero sul bavero della giacca. Il suo gesto simbolico ha voluto ricordare i 250 giornalisti e giornaliste morti nel conflitto di Gaza, definito dalla commissione ONU un genocidio, e ha voluto esprimere solidarietà alle colleghe ferite a Udine.

Le parole di Antinelli hanno raccolto consensi sui social, dove molti hanno lodato il suo coraggio e la sobrietà del messaggio, sottolineando l’importanza di ricordare le vittime e di difendere la libertà di stampa anche nei contesti più difficili.

Una serata tra sport, politica e informazione

Questa giornata a Udine si è trasformata in un crocevia di tensioni tra sport, politica e informazione. Da un lato, la richiesta di responsabilità e chiarezza da parte delle istituzioni e del pubblico; dall’altro, il diritto dei giornalisti di raccontare le realtà dei conflitti, anche a rischio della propria incolumità.

La Commissione di Vigilanza Rai ha annunciato che chiederà chiarimenti alla direzione dell’emittente, mentre sui social si continua a dibattere tra chi invoca rigore e chi difende la libertà di espressione.

Una serata di calcio che, ancora una volta, ha riflesso le divisioni e le complessità del nostro tempo, tra passione sportiva, impegno politico e libertà di informazione.