Ucraina, Trump avverte Putin: “Sta giocando col fuoco”

La pazienza dell’Ucraina nei confronti di Mosca sembra ormai al limite, mentre le dinamiche diplomatiche e le dichiarazioni di figure di spicco internazionali evidenziano un contesto sempre più complesso e teso. Tra critiche, minacce e tentativi di mediazione, il cammino verso una soluzione pacifica del conflitto appare ancora lontano.

Trump critica Putin: “Gioca col fuoco”

Attraverso il suo profilo su Truth Social, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha rivolto dure parole a Vladimir Putin, sottolineando come la Russia, sotto la sua presidenza, avrebbe potuto evitare molte delle conseguenze attuali. “Ciò che Vladimir Putin non capisce è che se non fosse stato per me, alla Russia sarebbero già successe un sacco di cose brutte, e intendo davvero brutte. Sta giocando col fuoco!”, ha scritto Trump, alimentando le tensioni tra le due potenze.

La risposta di Mosca: “La Terza guerra mondiale”

In risposta alle critiche di Trump, Dmitri Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, ha avvertito su X (ex Twitter) che “conosco solo una cosa davvero brutta: la Terza guerra mondiale. Spero che Trump comprenda questo!”. La dichiarazione di Medvedev mette in evidenza la crescente retorica bellicosa e la preoccupazione per un’escalation del conflitto, che rischia di coinvolgere l’intera comunità internazionale.

Le accuse di Kiev e i dubbi sulla pace

Nel frattempo, l’entourage ucraino continua a denunciare le manovre dilatorie di Mosca. Andriy Yermak, consigliere presidenziale, ha accusato la Russia di adottare una “tattica dilatoria” per evitare di assumersi responsabilità per le violenze e di sfuggire a sanzioni più severe. La proposta di un memorandum di pace da parte di Mosca viene vista come un’ennesima scusa per non impegnarsi seriamente nei negoziati, alimentando sfiducia e scetticismo tra le parti.

Il ruolo della diplomazia internazionale

Friedrich Merz, cancelliere tedesco, ha espresso forti dubbi circa le reali intenzioni di pace di Putin. Da Helsinki, ha dichiarato: “Noi siamo minacciati e ci difendiamo. Non deve esserci alcun dubbio sul fatto che lo faremo”, sottolineando come la mancanza di interesse di Mosca per una tregua sia evidente, anche di fronte alla mediazione del Vaticano.

Mosca lavora a un trattato di pace, ma con ambiguità

La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha affermato che Mosca sta lavorando a un memorandum che dovrebbe includere principi e potenziali date per un trattato di pace. Tuttavia, le dichiarazioni ufficiali sono ambigue e lasciano intendere che il Cremlino non abbia fretta di concretizzare tali promesse, alimentando dubbi sulla reale volontà di risolvere il conflitto.

La Turchia tenta di mediare

In un contesto internazionale sempre più complesso, la Turchia si propone come mediatore attivo. Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha annunciato un viaggio a Kiev, offrendo la disponibilità di Ankara a ospitare nuovi colloqui di pace. In passato, la Turchia ha già ospitato negoziati a Istanbul, ma le continue violazioni e le dichiarazioni contrastanti tra le parti hanno reso difficile il percorso diplomatico.

Il difficile cammino verso la pace

Secondo Kiev, finché Mosca continuerà a rimandare i propri impegni e a negare la responsabilità del conflitto, parlare di pace rischia di essere solo uno strumento di propaganda. La strada verso una risoluzione pacifica appare ancora lunga e irta di ostacoli, con le parti che si guardano con diffidenza e con la speranza di un dialogo che, al momento, sembra ancora lontano.

 

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