Ucraina, la decisione di Trump gela il resto del mondo: “Cosa devono fare Putin e Zelensky”

Il conflitto in Ucraina potrebbe essere a un punto di svolta, con il futuro dell’impegno occidentale in bilico. Secondo quanto rivelato dal New York Times, l’ex presidente statunitense Donald Trump avrebbe comunicato al presidente ucraino Volodymyr Zelensky e ad altri leader europei la sua intenzione di lasciare a Kiev e Mosca la responsabilità di trovare una soluzione diretta alla guerra.

Un cambio di rotta clamoroso, soprattutto alla luce delle precedenti dichiarazioni di Trump, che si era detto l’unico in grado di negoziare la pace con il presidente russo Vladimir Putin. Le parole di Trump, pronunciate dopo una telefonata con il leader del Cremlino, hanno sollevato un’ondata di interrogativi sull’impegno futuro di Washington nei confronti dell’Ucraina.

Fonti vicine alle conversazioni riservate, citate dal New York Times, descrivono un atteggiamento di Trump sempre più orientato al disimpegno attivo degli Stati Uniti. L’ombra dell’isolazionismo si allunga, alimentata dalle perplessità espresse più volte da Trump sull’assistenza militare a Kiev, fino ad accusare l’Ucraina stessa di essere corresponsabile dell’escalation.

Nel frattempo, da Mosca, arrivano segnali contrastanti. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha sottolineato l’urgenza di riaprire i canali di dialogo con gli Stati Uniti, in particolare per ristabilire la “stabilità strategica” e affrontare la questione dei trattati nucleari. La reazione russa all’annuncio di Washington sulla realizzazione di un nuovo sistema antimissilistico, definito “sovrano” ma con impatto sull’equilibrio globale, suggerisce la complessità delle dinamiche in gioco.

Sul fronte diplomatico, la possibilità di una mediazione vaticana rimane aperta. Il Cremlino, pur non avendo ricevuto proposte concrete dalla Santa Sede, si è detto disponibile a qualsiasi tentativo di mediazione da parte di attori terzi. “Accogliamo con favore la disponibilità e gli sforzi di tutti quei Paesi che desiderano contribuire a una rapida soluzione”, ha dichiarato Peskov, pur precisando che non è stata presa alcuna decisione sulla sede di eventuali negoziati.

La combinazione di questi elementi – il possibile ridimensionamento del sostegno americano, la cautela russa e la diplomazia silente della Santa Sede – crea uno scenario di grande incertezza. Una trattativa diretta tra Mosca e Kiev, se dovesse concretizzarsi, potrebbe inaugurare una nuova stagione negoziale, ma anche lasciare l’Ucraina in una posizione più vulnerabile.

La domanda cruciale che si pone ora la comunità internazionale è: a quali condizioni si aprirebbe un dialogo diretto tra le due parti? E quale futuro attende l’Ucraina in un contesto di crescente instabilità geopolitica? La risposta a queste domande potrebbe definire il destino del conflitto e il nuovo equilibrio del mondo.

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