Ucraina, attacco all’oleodotto Druzhba: incendio e danni enormi. L’Europa trema
L’attacco rivendicato da Kiev

Un nuovo capitolo della guerra energetica tra Russia e Ucraina potrebbe cambiare radicalmente gli equilibri dello scontro.

Un’azione militare senza precedenti ha scosso le infrastrutture energetiche russe: secondo quanto riportato da Sky News, il comandante delle forze droni ucraine Robert Brovdi ha annunciato che i velivoli senza pilota di Kiev hanno colpito l’oleodotto Druzhba nella regione di Bryansk, provocando un incendio di vaste proporzioni e “danni ingenti” a una delle infrastrutture più strategiche di Mosca.
Cos’è il Druzhba e perché è cruciale
Il Druzhba, il nome russo che significa “Amicizia”, è uno dei più grandi oleodotti al mondo, un vero e proprio snodo vitale per le esportazioni di greggio russo. La condotta attraversa diverse regioni strategiche e garantisce rifornimenti di petrolio a Ungheria e Slovacchia, paesi membri dell’Unione Europea e della NATO, ma che continuano a importare petrolio da Mosca grazie a deroghe concesse dall’UE, nonostante le sanzioni imposte alla Russia. Colpire il Druzhba significa quindi non solo danneggiare le entrate energetiche di Mosca, ma anche mettere sotto pressione i governi europei più vicini al Cremlino, complicando ulteriormente il quadro geopolitico energetico del continente.
Le reazioni e il silenzio di Mosca
Al momento, il Cremlino non ha rilasciato commenti ufficiali sull’attacco. Le autorità russe hanno riferito di un presunto raid alla raffineria di Ilsky, nella regione di Krasnodar, ma non hanno confermato né smentito l’attacco all’oleodotto Druzhba. Il silenzio di Mosca potrebbe essere una strategia per non mostrare vulnerabilità su un’infrastruttura simbolica e strategica, mentre il governo ucraino sembra voler inviare un messaggio chiaro: nessun asset energetico russo è al sicuro.
L’obiettivo di Kiev
Negli ultimi mesi, Kiev ha intensificato le operazioni con droni contro raffinerie, depositi e infrastrutture energetiche russe, con l’obiettivo di indebolire la capacità del Cremlino di finanziare il conflitto attraverso le esportazioni di petrolio e gas. L’attacco al Druzhba, se confermato, avrebbe un duplice effetto: militare, limitando le risorse russe per sostenere l’apparato bellico, e politico, complicando la posizione di governi europei come Ungheria e Slovacchia, spesso accusati di mantenere posizioni troppo concilianti con Mosca.
Implicazioni per l’Europa
Per l’Europa centrale, l’attacco apre scenari di forte incertezza. Una riduzione dei flussi di greggio verso Budapest e Bratislava potrebbe portare a aumenti dei prezzi del carburante, instabilità energetica e tensioni politiche interne all’Unione Europea. La mossa di Kiev potrebbe accelerare il dibattito sulle forniture alternative e sulla necessità di rafforzare il sostegno europeo all’Ucraina in questa fase cruciale del conflitto.
Una svolta storica nel fronte energetico
Il presunto attacco al Druzhba rappresenta una svolta potenzialmente storica: non si tratta più solo di un raid militare, ma di un colpo al cuore dell’economia russa e di un nodo nevralgico nei rapporti energetici tra Mosca e l’Europa. Per la prima volta dall’inizio della guerra, la partita energetica si presenta come un fronte tanto decisivo quanto quello sul campo di battaglia. Restano da capire le reazioni del Cremlino e se l’Europa saprà mantenere una linea unitaria di fronte a questa escalation, che mette in discussione la stabilità delle forniture energetiche e la sicurezza strategica del continente.