Trump si tira indietro sull’Ucraina? “Nessun progresso, tra un mese mollo tutto”
La telefonata di due ore tra Donald Trump e Vladimir Putin, avvenuta lunedì, non solo non ha prodotto progressi concreti per la risoluzione del conflitto in Ucraina, ma ha addirittura sollevato dubbi sull’impegno americano. L’ex presidente, in un netto cambio di rotta rispetto alle promesse fatte in campagna elettorale, ha annunciato di essere disposto a “tirarsi indietro” dai negoziati se non si registreranno risultati entro un mese.
L’annuncio di Trump segna un momento cruciale, gettando ombre sul futuro dei colloqui di pace. L’iniziativa, che era stata preceduta da un’infruttuosa telefonata, sembrava promettente, ma si è rapidamente sgonfiata. Trump ha rilanciato l’idea di colloqui in Vaticano, ma ha contemporaneamente abbandonato l’iniziativa per un cessate il fuoco di 30 giorni proposta a marzo a Gedda, in Arabia Saudita.
La strategia di Trump sembra ora puntare a un approccio meno assertivo. Durante una conferenza stampa successiva, ha infatti dichiarato di non voler imporre nuove sanzioni alla Russia, paventando un peggioramento della situazione, e ha addirittura prospettato “opportunità commerciali” con Mosca a conflitto concluso. Queste dichiarazioni, in contrasto con le aspettative di una pressione diplomatica più intensa, hanno sorpreso molti osservatori.
Il suo ottimismo sulla volontà di pace di Putin, espresso con la frase “fidarsi del presidente russo”, contrasta con la realtà sul campo. I negoziati, infatti, continuano a mostrare difficoltà. A Istanbul, l’incontro tra delegati russi e ucraini si è risolto in un confronto aspro. Il capo negoziatore russo, Vladimir Medinskij, ha posto richieste territoriali sempre più ampie, arrivando a minacciare l’annessione di nuove regioni ucraine. La Russia sembra determinata a proseguire il conflitto, come dimostrano le parole del negoziatore russo e l’avanzata delle truppe nel Donbas.
Mentre i negoziati ristagnano, sul campo di battaglia la situazione si aggrava. Le forze russe hanno compiuto significativi progressi nell’area di Pokrovsk, puntando verso Kramatorsk, la capitale del Donbas ucraino ancora non occupata. L’arrivo dei mesi più favorevoli alle operazioni militari potrebbe preludere a una nuova, vasta offensiva russa.
L’obiettivo minimo di Mosca rimane la conquista del Donbas, una mossa strategica che potrebbe poi essere utilizzata come leva per future trattative. Ma con Trump che sembra intenzionato a “tirarsi indietro”, il futuro della pace in Ucraina appare sempre più incerto.