Trump: “Sappiamo dov’è Khamenei, ma non lo uccideremo”. Israele intensifica i raid su Teheran

La crisi tra Israele e Iran si sta rapidamente trasformando in uno scontro di proporzioni internazionali, con un’escalation di attacchi e minacce che preoccupano l’intera comunità mondiale. A poche ore da un massiccio attacco aereo israeliano su Teheran, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato di conoscere i nascondigli del Leader Supremo iraniano Khamenei, lasciando intendere che un intervento militare diretto potrebbe essere imminente, anche se per ora preferisce non agire.

L’attacco israeliano e le vittime iraniane
Israele ha intensificato la sua campagna di operazioni mirate contro i vertici militari e nucleari iraniani, colpendo anche impianti di arricchimento dell’uranio e centri di ricerca strategici. L’ultimo attacco ha causato la morte del generale Ali Shadmani, recentemente nominato Capo di Stato Maggiore da Khamenei, e ha portato il bilancio delle vittime iraniane a oltre 220 morti dal weekend. In risposta, l’Iran ha lanciato più di 370 missili e centinaia di droni contro obiettivi israeliani, provocando 24 morti e più di 500 feriti, segnando un’escalation senza precedenti nella regione.

Gli Stati Uniti e il controllo dello spazio aereo iraniano
Trump ha rivendicato il controllo totale dello spazio aereo iraniano, affermando che gli Stati Uniti possiedono sistemi di tracciamento molto avanzati e che non hanno eguali al mondo. Il presidente ha inoltre sottolineato che la pazienza americana sta finendo e ha lasciato intendere che un intervento militare potrebbe essere imminente, con decisioni che saranno prese nelle prossime ore. Secondo fonti di Axios, il team per la sicurezza nazionale si riunirà nella Situation Room per valutare un possibile attacco contro gli impianti nucleari iraniani, incluso il sito sotterraneo di Fordow. Nel frattempo, gli USA hanno spostato in Europa decine di aerei da rifornimento, pronti a supportare eventuali operazioni di lunga portata.

L’Iran si prepara alla controffensiva
Secondo quanto riportato dal New York Times, Teheran starebbe pianificando una serie di azioni di rappresaglia, tra cui il possibile attacco alle basi americane in Medio Oriente e la chiusura dello Stretto di Hormuz tramite mine navali, un’azione che potrebbe paralizzare il traffico petrolifero mondiale e aggravare ulteriormente la crisi energetica globale.

Preoccupazioni internazionali e rischi di escalation nucleare
Il conflitto ha attirato anche le critiche di altri attori internazionali. Il ministero degli Esteri russo ha condannato duramente i bombardamenti israeliani, definendoli “illegali” e avvertendo che l’escalation potrebbe portare a un disastro nucleare globale. La portavoce del Cremlino ha dichiarato che “se l’escalation continua, il rischio di un olocausto nucleare diventa concreto”.

Dal G7 di Kananaskis, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha commentato che “Israele sta facendo il lavoro sporco per tutti noi” in Iran, sottolineando che la decisione americana di intervenire dipenderà dalle prossime mosse di Teheran. La comunità internazionale si trova ora di fronte a un bivio: evitare un conflitto globale o rischiare di precipitare in una crisi di proporzioni ancora più devastanti.