Trump attacca Putin come mai prima: “Sta impazzendo. Così porterà alla caduta della Russia”
Un cambio di rotta senza precedenti. Donald Trump, per la prima volta da quando è tornato sulla scena politica, ha sferrato un attacco frontale contro Vladimir Putin, segnando una netta frattura con il passato di ambiguità e rapporti personali. Le immagini di missili sulle città ucraine, civili uccisi e attacchi notturni hanno scatenato una reazione senza precedenti dall’ex presidente, che ha definito il leader russo “impazzito” e ha paventato la “caduta della Russia” qualora tentasse di conquistare l’intera Ucraina.
Le dichiarazioni, rilasciate dal piazzale dell’Air Force One prima della partenza da Morristown, segnano un punto di svolta nella postura di Trump nei confronti del Cremlino. “Non sono contento di quello che sta facendo Putin. Sta uccidendo molte persone. Non so che diavolo gli sia successo. Lo conosco da tanto tempo, ma ora sta lanciando razzi sulle città, e questo non mi piace affatto”, ha affermato Trump, mostrando un disappunto che va ben oltre la semplice critica.
Ancora più significativo è stato il suo commento sulla possibile fine della Russia. “Ho sempre detto che voleva tutta l’Ucraina, non solo una parte. E forse ora si sta rivelando vero. Ma se ci prova, porterà alla caduta della Russia”. Un messaggio diretto e senza ambiguità, che dipinge la strategia russa come autodistruttiva. Inoltre, Trump ha aperto alla possibilità di nuove sanzioni, rispondendo con un netto “certamente” alla domanda su tale eventualità, un’apertura mai concessa in passato.
Il cambiamento di tono è evidente anche nel confronto con le critiche rivolte al presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Tutto quello che esce dalla sua bocca crea problemi. Non fa un favore al suo Paese parlando come fa. È meglio che smetta”, ha dichiarato Trump, esprimendo un disappunto quasi istintivo. Tuttavia, il bersaglio principale resta Putin, e la Casa Bianca sembra ora intenzionata a ribaltare la narrazione di un’equidistanza tra le parti, come sottolineato dall’inviato speciale Keith Kellogg, che ha condannato i raid notturni come “vergognosi”, accusando la Russia di violare i “protocolli di Ginevra del 1977”.
Questo repentino cambio di rotta potrebbe essere spiegato da due fattori convergenti. Da un lato, la necessità di riaccreditarsi presso l’alleanza occidentale, mostrando una postura più decisa, soprattutto in vista di possibili futuri negoziati. Dall’altro, la volontà di non lasciare il campo della condanna morale ai Democratici e agli europei, pur mantenendo il suo stile diretto e personalista. La critica a Zelensky, in questo contesto, sembra quasi un modo per marcare la propria indipendenza, ma senza più l’equidistanza del passato.
Il messaggio è chiaro: se la Russia persiste, sarà isolata e sconfitta.