Treviglio, Silvana Ezembergher e l’orrore in strada: le prime parole alla vicina dopo la sparatoria

Rimane un mistero il motivo per cui Silvana Erzembergher, 71enne di origine sinti, ha freddamente aperto il fuoco contro i vicini di casa: Luigi Casati e Monica Leoni. Nonostante la donna accusata di omicidio volontario e tentato omicidio si sia sfogata dicendo che “non dormivo più la notte”, i vicini smentiscono. Gli stessi che hanno assistito alla tragedia di Treviglio dicono: “Era fissata con Monica e Luigi, si inventava cose che non esistevano contro di loro, non abbiamo mai capito il perché”. Altrettanto misterioso il motivo per cui la donna possedesse la pistola.

L’arma era detenuta regolarmente per uso sportivo, Erzembergher la usava al poligono. Il rinnovo della licenza che avviene ogni 6 anni, era in scadenza ma le proroghe legate alla pandemia hanno fatto slittare i termini. Anche dopo l’intervento di una pattuglia dei carabinieri nei palazzi di via Brasside la scorsa estate. In quell’occasione la 71enne aveva colpito con un bastone Monica che a sua volta aveva denunciato. Quel giorno, nonostante la denuncia, la donna non era stata “compiutamente” identificata perché si era allontanata e la pistola pare non risultasse in casa. Strane circostanze che hanno portato la donna a uccidere Casati e a ferire gravemente la moglie.

L’omicidio è avvenuto alle 7.30 della mattina ed è stato ripreso dai vicini di casa attraverso uno smartphone. Dopo avere sparato, si vede Silvana frugare nella borsa che porta a tracolla e nelle tasche, come se cercasse altre munizioni: “L’abbiamo vista tenere puntata l’arma e continuare a premere il grilletto, ma doveva avere finito i colpi”, racconta una vicina. E ancora un’altra testimone che riporta il momento dell’arresto: “L’hanno fatta uscire dai garage, li ho accompagnati io perché servivano le chiavi – dice Anna Leoni -. A me Silvana è sembrata lucida. Mi ha guardato e mi ha detto ‘ciao Anna’ come niente fosse”.