Tredicesima, l’assegno di dicembre presenta una brutta sorpresa
Ogni fine d’anno porta con sé una promessa sottile, un respiro di sollievo atteso per dodici mesi.Per milioni di lavoratori italiani, quel velo di speranza si concretizza nella tredicesima mensilità, l’unica in grado di alleggerire il peso di bollette e di un carrello della spesa sempre più pesante.
Per mesi, l’aria si era fatta densa di speculazioni e di voci di corridoio su un possibile regalo dello Stato: un’iniezione di liquidità extra per i redditi medio-bassi.L’attesa, in un periodo di inflazione crescente, si concentrava su misure specifiche, volte a rendere la busta paga di dicembre sensibilmente più generosa.
Molte famiglie contavano su questo incremento per affrontare i costi di fine anno o per ripianare le spese accumulate nei mesi precedenti. L’ottimismo, tuttavia, si è scontrato con la fredda realtà della politica economica.

Nelle scorse ore, con la diffusione dei documenti ufficiali, il quadro è cambiato radicalmente , con brutte notizie riguardanti quel denaro sognato, promesso, per sostenere le famiglie italiane. Le pensioni in Italia sono, da sempre, un argomento così centrale e atteso per una combinazione di ragioni economiche, sociali e demografiche che le rendono una delle colonne portanti, e al tempo stesso più fragili, del welfare state nazionale. Dai radar del bilancio statale, però, è scomparso qualcosa, trasformando l’attesa in una diffusa delusione.
Una brutta sorpresa è contenuta nella tredicesima di dicembre. Vediamo insieme di cosa si tratta, dal momento che il malcontento è alle stelle.

A far svanire la speranza è stato l’esame minuzioso del Documento programmatico di bilancio (Dpb). Tra le sue righe definitive, infatti, non è emersa traccia di quelle misure che avrebbero dovuto garantire una tredicesima più generosa.
La delusione ha colpito in modo trasversale, interessando sia i lavoratori del settore pubblico sia quelli impiegati nel settore privato .La dinamica, attesa da un’ampia fetta della popolazione attiva, era duplice: in molti ipotizzavano o l’introduzione di un bonus aggiuntivo, da intendersi come una somma una tantum, oppure l’applicazione di una significativa detassazione sulla mensilità extra.
Dalle pagine del documento economico-finanziario è arrivata una risposta definitiva, cristallina nella sua assenza: un intervento mirato di tale portata non è stato ritenuto sostenibile all’interno delle attuali manovre.Di conseguenza, l’assegno di fine anno non beneficerà di alleggerimenti fiscali o di erogazioni straordinarie, restando ancorato alle previsioni standard e lasciando sul campo le speranze dei lavoratori delusi.

Ma perché le aspettative non sono state soddisfatte? La speranza di un incremento era legata all’ipotesi che il Governo introducesse un bonus aggiuntivo una tantum oppure un meccanismo di detassazione sulla mensilità extra (la cosiddetta tredicesima esentasse).L’esame del Documento Programmatico di Bilancio (Dpb) ha confermato che non è stato previsto alcun intervento mirato in tal senso, né per i lavoratori pubblici né per quelli privati.
Un intervento di tale portata è stato implicitamente ritenuto non sostenibile o non prioritario all’interno delle attuali manovre economiche. Di conseguenza, la tredicesima resterà soggetta alle previsioni fiscali standard, senza alleggerimenti o erogazioni straordinarie che potessero compensare l’attuale pressione dell’inflazione o l’aumento del costo della vita.