Torino, 3 giovani di Fratelli D’Italia brutalmente aggrediti a sprangate da un gruppo di estrema sinistra terroristi

 

Di Ruggero Vero – Torino, 26 gen – Un’auto devastata, con i vetri completamente distrutti e le gomme tagliate. Finisce così ma poteva andar peggio, la serata di tre ragazzi di Azione Studentesca, gruppo giovanile di Fratelli d’Italia presente nelle scuole, intenti ad affiggere ieri sera dei manifesti nei pressi di un istituto a Grugliasco (Torino).

Tre ragazzi di Azione Studentesca (FdI) aggrediti da un gruppo di

estrema sinistra in provincia di Torino

Sarebbero stati intercettati da un gruppo di estrema sinistra, armato di spranghe e catene, che avrebbe prima tentato di investirli per poi farli fuggire per mettersi in salvo. Al loro ritorno i giovani di FdI avrebbero trovato la loro macchina nelle condizioni che potete vedere in foto.

azione studentesca

azione studentesca

Si tratta della seconda aggressione in pochi giorni da parte dei centri sociali torinesi a danno di appartenenti del partito della Meloni. Quest’ultima, di una violenza inaudita, fa il paio con quella avvenuta sempre a Torino contro un banchetto informativo dove si è ravvisato anche il tentativo di furto delle bandiere.

Nessuna condanna delle violenze da parte delle istituzioni

Inutile constatare la mancata presa di posizione delle istituzioni riguardo la condanna delle violenze così come lo scontato trattamento mediatico della vicenda, confinata a malapena nella cronaca locale, nonostante a subire l’aggressione siano stati militanti di Fratelli d’Italia, uno dei maggiori partiti italiani, in forte crescita nei sondaggi.

I giovani militanti devono difendere fisicamente gli spazi di agibilità politica

Siamo alle solite insomma. Quando la violenza proviene da sinistra non si chiede mai all’opinione pubblica di preoccuparsi, di indignarsi. Non abbiamo prime pagine Tg e sociologi nei talk show che ci parlano di una pericolosa deriva antidemocratica. Tutto rimane più o meno nell’ombra, confinato a caso sporadico di cronaca minore. Un doppiopesismo a cui ormai siamo abituati in Italia. E che forse dovrebbe far riflettere dei giovani militanti che si definiscono patrioti sul fatto di riuscire a difendere, anche fisicamente, i propri spazi di agibilità politica in completa assenza di tutele esterne di qualsivoglia tipo.

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