SORPRENDE UOMO IN CASA A STUP*ARE LA MOGLIE INCINTA E LO UCCIDE A COLPI DI MACHETE

Gli stupri sono all’ordine del giorno, indice di una vera e propria emergenza che va combattuta con qualsiasi mezzo possibile, purché si agisca in piena legalità, altrimenti si finisce col passare dalla parte della ragione, al torto.

Dura lex sed lex, dicevano i latini. Dinnanzi ad uno stupro colto in flagrante, la voglia di vendicarsi prende il sopravvento ma, in quei momenti di rabbia incontrollata, accecati da quell’orrenda scena, si possono compiere i peggiori atti.

Gli abusi sessuali non sono commessi solo nell’ambito delle mura domestiche da volti che reputiamo amorevoli, premurosi, dei quali ci fidiamo, ma anche da estranei che fanno irruzione nell’appartamento della vittima.

I carnefici non conoscono il concetto di pietà, agendo nel modo più efferato possibile, pur di portare avanti la violenza. Nella maggior parte dei casi, riescono ad agire indisturbati.

A volte, però, accade che vengano colti proprio in flagranza di reato, come nel caso che sto per raccontarvi e che vi lascerà davvero senza parole, facendovi capire quanto flebile sia il confine da giusto e ingiusto.

A Tongaat, a nord di Durban, in Sudafrica, un tentativo di stupro si è concluso in un’altra tragedia, in omicidio. I fatti risalgono a marzo 2019 e la storia ha suscitato un forte clamore mediatico, in quanto ci si chiede come mai colui che ha agito per difendere la sua compagna, stia stato arrestato. Qual è il confine tra la legittima difesa e il reato?

Ricostruiamo quanto accaduto. Il caso è stato diffuso prima dal Times Live e poi dal Sun. Testate prestigiose si sono occupate di questa vicenda. Tutto è iniziato quando un uomo si è introdotto nell’abitazione in cui viveva una coppia di coniugi, aggredendo la donna per poter abusare sessualmente di lei. Dato che all’occorre non c’è mai una fine, la giovane donna sulla quale l’aggressore ha deciso di sferrare il suo attacco, era incinta, al quinto mese di gravidanza.

Per richiamare l’attenzione ed evitare che potesse accadere il peggio, la vittima ha iniziato a gridare disperatamente, sino a quando il marito, che per fortuna si trovava in casa con lei quanto è avvenuto il tentato stupro, armato di machete, senza pensarci un solo attimo, ha iniziato a colpire l’aggressore con tutta la forza e la rabbia possibile, sferrando i colpi al capo e agli arti superiori.

Lo stupratore, ovviamente, non ce l’ha fatta e quando i soccorritori, allertati dalla stessa coppia, sono giunti sul luogo, lo hanno ritrovato in una pozza di sangue, constatandone l’avvenuto decesso. Il cadavere era disteso fuori casa, con profonde ferite alla testa e alle braccia. La sua identità non è stata rivelata ma sono stati diffusi soltanto gli abiti che aveva indosso al momento del ritrovamento: un’uniforme da calcio e pantaloni cargo dell’Arsenal.

Il marito della donna che sarebbe stata abusata, senza il suo intervento, è finito in manette con l’accusa di omicidio, nonostante in moltissimi abbiano chiesto la sua scarcerazione poiché ha agito per correre in difesa della donna, incinta. L’uomo, stando al racconto della polizia, si trovava in una delle camere da letto e, quando ha sentito le urla della compagna, è corso in suo aiuto. Nel vedere quell’uomo che stava per stuprarla, ha afferrato il suo machete e l’ha colpito ripetutamente. Ovviamente sul caso gli agenti della polizia del Sudafrica hanno aperto un’inchiesta per ricostruire la dinamica dell’accaduto.