“Sono stato tradito, avevo bevuto”. Garlasco, l’avvocato Lovati parla dopo lo scandalo con Corona
Negli ultimi giorni il caso Garlasco è tornato con forza al centro dell’attenzione mediatica, alimentando un vivace dibattito pubblico che coinvolge giudici, avvocati e opinione pubblica. La ripresa dell’attenzione si deve, in parte, alle recenti dichiarazioni dell’avvocato Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio, e alla serie “Falsissimo” di Fabrizio Corona, che ha dedicato un approfondimento al caso con la puntata intitolata “Speciale Garlasco Parte 3”.
Le affermazioni di Lovati scuotono il mondo giudiziario
Durante l’intervista a Corona, Lovati ha avanzato accuse e teorie personali riguardo agli sviluppi delle indagini, affermando che alcuni esponenti delle istituzioni abbiano voluto chiedere l’archiviazione del caso e insinuando presunti dettagli poco chiari. In particolare, Lovati ha citato un nome che ha scatenato sconcerto: “Civardi”, riferendosi a una figura da lui collegata all’indagine. Queste affermazioni hanno subito generato un terremoto nel settore giudiziario e mediatico, con molti che si sono chiesti quale fosse la verità e quale il ruolo delle istituzioni.
La risposta ufficiale del procuratore Napoleone
In risposta alle accuse infondate, il procuratore Fabio Napoleone ha diramato un comunicato ufficiale chiarendo la posizione della Procura di Pavia. Il magistrato ha precisato che il procedimento riguardante l’omicidio di Chiara Poggi si è riacceso nel 2023, quando la difesa di Stasi ha depositato una relazione di genetica forense, e che tutte le operazioni sono state eseguite nel pieno rispetto delle norme. Napoleone ha inoltre sottolineato che Stefano Civardi, nominato da Lovati, non era in servizio presso la procura al momento della riapertura delle indagini, smentendo così le insinuazioni sulla sua presunta coinvolgimento.
Il procuratore ha anche annunciato che i nuovi accertamenti sono stati affidati al dipartimento di genetica forense dell’Università di Pavia e che, il 14 febbraio 2024, è stata depositata ufficialmente la richiesta di riapertura delle indagini, firmata dallo stesso Napoleone e dai sostituti Zanoncelli e De Stefano. Un chiarimento finalizzato a fare luce su una vicenda densa di ambiguità e polemiche.
Le accuse di diffamazione e il passato di Lovati
Oltre alla disputa sulle indagini, Lovati si trova ora sotto inchiesta per diffamazione aggravata nei confronti degli avvocati Enrico e Fabio Giarda, storici difensori di Stasi. La querela, presentata dallo studio Giarda, nasce da alcune dichiarazioni di Lovati ritenute offensive e diffamatorie, in particolare riguardo a presunte “macchinazioni” e affermazioni sull’estrazione di DNA clandestina. Gli avvocati Giarda hanno evidenziato che l’attuale indagine si basa esclusivamente su iniziative della procura e non su manovre della loro difesa.
Ricordiamo che questa non è la prima volta che Lovati si trova coinvolto in controversie di questo tipo: nel 2017, già querelato a seguito di dichiarazioni radiofoniche, aveva pagato un risarcimento ai fratelli Giarda. Oggi, di fronte all’avviso di chiusura dell’indagine milanese, afferma: “Mi difenderò da solo”.
Dal rapporto con Fabrizio Corona all’ironia sulla pronuncia
In un’intervista a “Ore 14” su Rai2, Lovati ha anche parlato del suo rapporto con Fabrizio Corona, descrivendo un incontro in cui Corona gli avrebbe proposto di partecipare a un serial o un film, e rivelando di sentirsi tradito per alcune dichiarazioni divulgate poi in modo improprio. Lovati ha ironicamente commentato le sue stesse frasi, attribuendole ai effetti dell’alcol e a un tono di convivialità troppo leggerezza, scatenando così ulteriori domande sul confine tra spettacolo e giustizia.
Un caso che solleva ancora più interrogativi
Il caso Garlasco, che già da anni divide opinione pubblica e inquirenti, si arricchisce di nuove sfumature con le ultime polemiche e chiarimenti ufficiali. La contrapposizione tra verità giudiziaria, dinamiche mediatiche e interferenze pubbliche evidenzia quanto complesso sia il percorso per fare piena luce su un omicidio che ha tenuto l’Italia col fiato sospeso.
Come evolverà questa intricata vicenda? Quali saranno le prossime mosse delle parti coinvolte? E, soprattutto, quale eredità lascerà questa escalation di accuse, controaccuse e colpi di scena nel difficile esercizio di giustizia?
Solo il tempo potrà rispondere a questi interrogativi, mentre il caso continua a catturare l’attenzione di milioni di italiani, tra dubbi, sospetti e la ricerca della verità.