“Solo rispostacce, collerica!”. Il colpo basso di Augias contro la Meloni
Nuova critica pubblica alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, questa volta da uno dei volti più autorevoli e storici del giornalismo italiano, Corrado Augias. L’intervento si è verificato nel corso della trasmissione “Dimartedì”, il talk politico condotto da Giovanni Floris su La7, emittente di proprietà di Urbano Cairo.
Durante il dibattito, lo scrittore e conduttore de “La Torre di Babele” ha espresso un giudizio severo sulla strategia comunicativa della premier, accusandola di aver tagliato il contatto diretto con la stampa e di sottrarsi alle domande scomode. Un atteggiamento, secondo Augias, che rischia di minare le fondamenta della trasparenza democratica.
Il paragone con gli Stati Uniti e il rischio di servilismo
Il dibattito si è aperto con una riflessione di Floris, che ha mostrato alcune clip tratte dalle conferenze stampa alla Casa Bianca durante l’amministrazione Trump. Le immagini evidenziavano un tono eccessivamente accomodante da parte di alcuni giornalisti americani, pronti a ridicolizzare o a commentare con battute le dichiarazioni del presidente. Tra le scene più emblematiche, una cronista che ironizzava sui risultati delle deportazioni in Florida e un altro giornalista che si chiedeva perché Trump premiasse con interviste favorevoli chi aveva espresso sdegno nei suoi confronti.
Floris ha lanciato una provocazione: può esistere un giornalismo critico anche nei confronti dei potenti, o si è ormai instaurata una tendenza all’accondiscendenza?
Augias: “Meloni ha tagliato il contatto con la stampa”
Rispondendo con tono pacato ma deciso, Corrado Augias ha criticato duramente questa tendenza, sottolineando come la situazione italiana sia ben diversa. “Quella roba americana è ridicola, servile, fa pena,” ha detto. “Ma la cosa grave è che Meloni ha scelto di non incontrare più la stampa e di non rispondere alle domande scomode. È una cosa allarmante.”
Secondo l’opinionista, è un dovere di ogni rappresentante istituzionale confrontarsi con i giornalisti, accettando anche il dissenso e le critiche, sempre nei limiti della correttezza. “Rispondere alla stampa è un obbligo, non un optional,” ha ribadito. “Se un leader evita il confronto diretto, rischia di perdere il controllo della narrazione pubblica e di indebolire il tessuto democratico.”
Il rapporto tra potere e informazione
Augias ha approfondito il tema, evidenziando come il rifiuto del confronto diretto possa rappresentare un pericolo per la democrazia. In un’epoca in cui la comunicazione si affida sempre più ai social e ai mezzi di comunicazione diretti, il rischio è di sfuggire al dibattito reale, preferendo una narrazione unilaterale e autoreferenziale.
Il monito dell’opinionista si inserisce in un quadro più ampio di preoccupazione sulla tenuta del pluralismo dell’informazione e sulla fiducia dei cittadini nei media. La mancanza di un confronto aperto tra politica e stampa rischia di indebolire la trasparenza e la responsabilità della classe dirigente.
Un richiamo alla responsabilità democratica
Le parole di Augias rappresentano un richiamo forte alla responsabilità di chi ricopre ruoli di governo: “Un premier che non accetta il contraddittorio rischia di minare le basi della democrazia,” ha concluso. La sfida, secondo molti analisti, è quella di mantenere un equilibrio tra il rispetto delle istituzioni e la necessità di un’informazione libera e critica, elemento essenziale per una democrazia sana e funzionante.