Smantellato il “call center” della cocaina a Roma. Coinvolto anche il killer di Luca Sacchi

Aveva costituito un vero e proprio call center della cocaina nel quartiere romano di San Basilio l’organizzazione smantellata dalla Gdf. Era in grado di soddisfare dalle 30 alle 50 cessioni quotidiane nei giorni feriali. Per arrivare anche a 80 nei giorni festivi e prefestivi.  Le fiamme gialle hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 7 giovani italiani. Dell’organizzazione faceva parte anche Paolo Pirino, attualmente detenuto in relazione al procedimento penale per l’omicidio di Luca Sacchi.

Il call center della cocaina

I finanzieri del Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno accertato che i sodali gestivano, con base operativa nel quartiere di San Basilio, un vero e proprio “centralino”, attivo tutti i giorni dalle 14 alle 02 di notte per l’acquisizione di ordini telefonici di cocaina, di cui poi curavano la consegna in tutta Roma tramite “pony express” reclutati, in prevalenza, tra i clienti in difficoltà economiche. Superando il concetto della “piazza di spaccio”, i due fratelli e di 22 e 19 anni insieme a Paolo Pirino di 22 avevano ideato un meccanismo, come definito dal gip, «estremamente efficace, sia nell’ottica di facilitare la domanda che di ridurre i tempi e i passaggi al fine di soddisfarla, ma anche di minimizzare i rischi».

La cocaina fruttava 15mila euro a settimana

Nonostante il gruppo, sgominato dalla Guardia di Finanza, trattasse la vendita di piccole quantità di cocaina, nel gergo criptico utilizzato, “un amico” indicava una dose e “una mano” 5 grammi, il guadagno medio era di circa 15mila euro a settimana. Per minimizzare i rischi, il “corriere” portava con sé una o poche dosi da recapitare e tornava più volte a rifornirsi per le successive consegne. Ci sono anche tre giovani donne tra i ‘corrieri della droga’ colpiti dall’indagine della Guardia di Finanza di Roma che ha consentito di smantellare un vero e proprio ‘call center’ della cocaina, a cui si rivolgevano centinaia di persone per ricevere, a domicilio, le dosi di stupefacente, con base operativa nel quartiere romano di San Basilio. In particolare il Tribunale di Roma ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti dei fratelli Billocci e di Paolo Pirino nonché gli arresti domiciliari per quattro “corrieri”. Si tratta di Sara Parisi, 30 anni, Noemi Marchionni, 29 anni, Marco Campanelli, 41 anni, e Laura Lodi, 27 anni.

La richiesta per telefono a “Lele”

Per acquistare la cocaina i clienti chiamavano sempre “Lele”, un’utenza avviata il primo febbraio 2019 e di fatto vero e proprio call center della droga. Al quale rivolgersi per ricevere direttamente a casa lo stupefacente. A quell’unico riferimento di “Lele”, come spiegato nell’ordinanza del gip Simona Calegari, rispondeva di fatto una pluralità di individui. Si davano il “cambio” al telefono. Un apparecchio cellulare che veniva utilizzato come un’utenza fissa. Agganciato sempre alla stessa cella, quella del quartiere romano San Basilio. Era nella periferia dove a fine 2017 venne aggredito anche l’inviato di Striscia la Notizia Vittorio Brumotti, a caccia di spacciatori.