Siracusa, giovane madre tenta di uccidere i due figli per incassare i soldi dell’assicurazione del marito morto

 

Da Today.it – Una donna di 26 anni è stata condannata (in primo grado) a dieci anni e otto mesi di reclusione – il pm ne aveva chiesti due in più – per avere tentato di uccidere i suoi due bambini. Con lucidità agghiacciante e premeditazione criminale ha messo in scena un incidente dal quale fortunatamente i piccoli sono usciti solo con lievi ferite.

Siracusa: la donna voleva i soldi dell’assicurazione del marito morto
La famiglia era stata già scossa da un dramma l’anno precedente, i bambini avevano già perso precocemente il padre. “Venite, piccoli, andiamo a farci un bel giro”, ha detto la madre prima di sistemarli nel sedile posteriore e mettersi alla guida. Ha imboccato una discesa ripida, ha aperto la portiera e si è lanciata fuori dall’abitacolo. L’automobile fuori controllo è andata a schiantarsi un centinaio di metri dopo su un muro. I bambini sono rimasti miracolosamente vivi.

Laura Anello sulla Stampa scrive che “forse neanche la tragedia greca che qui ancora si mette in scena, tra le pietre del teatro millenario nel parco archeologico, avrebbe potuto partorire una storia così. Medea, sì, che uccide i suoi figli per vendicarsi del tradimento dell’amore di Giasone. Ma qui non c’è un matrimonio offeso da risarcire, non c’è un onore arcaico da difendere, non c’è la disperazione di una donna ripudiata”.

La realtà, tragica e arida, era la volontà di mettere le mani sui soldi dell’assicurazione del marito che spettava ai due bambini. Con un piano terrificante. Non era pazza, non era temporaneamente annebbiata, ed era perfettamente in grado di intendere e di volere, secondo i consulenti.

I bimbi sono stati affidati ai nonni materni. I giudici hanno disposto anche l’interdizione perpetua dei pubblici uffici, l’interdizione legale per la durata della pena, la condanna al risarcimento dei danni e il rimborso delle spese legali in favore delle parti civili, quantificate in poco più di tremila euro.

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