“Sembra scritta da Putin”: bufera sul M5S per la mozione sul gas russo

L’Aula italiana si è accesa di polemiche e tensioni dopo la presentazione di una risoluzione del Movimento 5 Stelle in vista del prossimo Consiglio europeo, che invita il governo a non escludere “a priori e pro futuro una possibile collaborazione con la Russia” in materia di approvvigionamento energetico. Una proposta che ha scatenato un acceso dibattito, alimentando divisioni tra le forze politiche e riaccendendo le tensioni sulla linea italiana in politica estera e energetica.

Il documento e il suo obiettivo: sicurezza e prezzi contenuti
Il testo redatto dai pentastellati mira a rafforzare la posizione dell’Italia nel panorama europeo, puntando a garantire prezzi più accessibili per luce e gas, e a rendere il Paese più resiliente dal punto di vista energetico. Tuttavia, dietro questa volontà di diversificazione e autonomia si sono innescate forti polemiche, considerata da molti come una potenziale apertura alla Russia, molto criticata nel contesto attuale di crisi e sanzioni.

Le reazioni politiche: Calenda attacca duramente
Carlo Calenda, leader di Azione e fervente sostenitore dell’alleanza con Europa e NATO, non ha esitato a criticare aspramente la proposta: “Sembra scritta da Putin”, ha dichiarato il politico, sottolineando come il documento si manifesti tra disarmo unilaterale, abbandono dell’Ucraina e ripresa della dipendenza dal gas russo. Per Calenda “il Pd deve prendere una posizione chiara: o con l’Europa e la NATO, o con chi ammicca a Mosca”. Il mantra del centrodestra si fa strada: allearsi con i paesi democratici o accettare di beneficiare di posizioni ambigue che minano la coesione occidentale.

Il Partito Democratico si distanzia
Non meno severo è stato Filippo Sensi, senatore del PD, che ha definito “irricevibile” e “sconvolgente” la proposta del M5S, particolarmente in un momento come questo, segnato dai pesanti bombardamenti russi sui territori ucraini. La posizione del Partito Democratico si fa sempre più netto nel condannare simili linee di aperto distacco dall’unità europea e dall’alleanza atlantica.

Una posizione internazionale ambigua e controversa
Il documento dei Cinquestelle non si limita alla questione energetica. Il M5S propone anche di non autorizzare l’uso delle basi militari italiane per operazioni statunitensi contro l’Iran e chiede il riconoscimento della Palestina come Stato sovrano, con Gerusalemme come capitale condivisa. Una posizione che, oltre ad alarmare molti esponenti europeisti e atlantisti, accende ulteriori tensioni nel panorama internazionale, soprattutto in un momento di crisi e di rischi di escalation militare.

Verso Bruxelles tra proteste e dubbi
Il Movimento 5 Stelle si prepara a manifestare a Bruxelles contro le politiche europee e NATO, sostenendo di preferire un’iniziativa di difesa comune europea che sia alternativa alle logiche belliche. A livello nazionale, la linea ambigua tra pacifismo, sovranismo energetico e l’auspicio di un nuovo modello di difesa pongono interrogativi sulla sostenibilità di un’alleanza di governo con una posizione così articolata e, spesso, contraddittoria.

Un dibattito che divide il Paese
Tra tensioni politiche e tensioni geopolitiche, il tema rimane aperto: fino a che punto la posizione del Movimento 5 Stelle potrà essere sostenibile nel contesto internazionale? E quali conseguenze avrà sulla stabilità del Governo e sull’unità dell’Europa? Una cosa è certa: in Italia, il clima resterà caldo, e il dibattito tra pacifismo, indipendenza energetica e alleanze strategiche non accenna a placarsi.