Sebastiano Visintin di nuovo irreperibile dopo le accuse sul caso Resinovich
Trieste – Il caso della morte di Liliana Resinovich, la donna scomparsa a Trieste nel dicembre 2021 e ritrovata senza vita nel gennaio 2022, si arricchisce di nuovi, inquietanti sviluppi. Sebastiano Visintin, marito della vittima, è tornato irreperibile, a seguito delle pesanti accuse mosse dalla Procura di Trieste, che lo indica come l’autore dell’omicidio.
Il pubblico ministero Iozzi, nella richiesta di incidente probatorio depositata al gip Flavia Mangiante, sostiene che Visintin abbia aggredito e soffocato Liliana nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni, dove il corpo della donna fu rinvenuto. Questa ricostruzione ribalta completamente la prima versione ufficiale dell’inchiesta, che ipotizzava il suicidio.
Testimonianze mai valorizzate: l’ombra dell'”uomo con la barba”
La svolta nell’indagine è legata alla rivalutazione di testimonianze precedentemente ignorate. Tra queste, spiccano le dichiarazioni di alcuni operatori sanitari che riferirono di aver visto un uomo aggirarsi nei pressi del parco nei giorni precedenti il ritrovamento del cadavere. In particolare, un testimone parlò esplicitamente di “un signore con la barba bianca, vestito scuro e una torcia” all’alba del 5 gennaio, data del ritrovamento. Questo dettaglio, mai approfondito in precedenza, assume oggi una rilevanza cruciale.
Il dettaglio inquietante: il corpo in doppio sacco
La modalità con cui il corpo di Liliana fu ritrovato – la testa avvolta in sacchetti trasparenti per alimenti, fissati con un cordino alla gola, e il corpo infilato in due sacchi neri – è sempre stata considerata sospetta. Questo elemento, unitamente alle nuove accuse, rafforza l’ipotesi dell’omicidio, come sostenuto fin dall’inizio dal fratello di Liliana, Sergio Resinovich.
Il ruolo di Claudio Sterpin e il nuovo incidente probatorio
L’inchiesta prevede ora la testimonianza di Claudio Sterpin, l’uomo con cui Liliana avrebbe voluto iniziare una nuova vita. La sua deposizione potrebbe rivelarsi determinante nel sostenere la tesi dell’omicidio. L’avvocato Nicodemo Gentile, legale della famiglia Resinovich, ha sottolineato che “si tratta di accuse ancora provvisorie, ma che segnano un cambio netto nella direzione dell’inchiesta”.
Un caso ancora aperto: la prudenza è d’obbligo
La repentina irreperibilità di Visintin, unita alle nuove accuse e al ritorno sotto i riflettori delle testimonianze ignorate, ha riacceso i dubbi e l’interesse dell’opinione pubblica. L’avvocato Gentile ha invitato alla prudenza, ribadendo l’importanza del rispetto per la presunzione di innocenza. La posizione di Visintin potrebbe evolversi rapidamente, a seconda degli sviluppi delle indagini e dei nuovi accertamenti.