Schiaffo ai parenti dei morti: Speranza nega il piano segreto

 

Passano i giorni, non cambiano le risposte. E in alcuni casi neppure le parole. Il ministero della Salute, nuovamente interrogato per ottenere copia del “piano segreto” anti-Covid, continua a glissare: non lo abbiamo, non è un piano pandemico approvato formalmente e non spetta a noi pubblicarlo.

Lo scorso 20 agosto l’avvocato Consuelo Locali, rappresentante legale dell’Azione Civile Vittime del Covid, aveva presentato un’istanza per ottenere quel benedetto documento di cui tutti conoscono l’esistenza ma nessuno ammette di averlo. Non è l’unica ad averci provato. Due deputati di Fdi, Bignami e Gemmato, hanno pure trascinato il ministero al Tar per obbligare chi di dovere a ostentarlo (l’udienza si è svolta e siamo in attesa di sentenza). Ma così come nel caso di Fdi, anche l’istanza della Locati è caduta nuovamente nel vuoto dopo cinque mesi (dicasi cinque) di totale silenzio.

Il “piano segreto”, citato da Andrea Urbani in una ormai famosa intervista, presentato a Speranza in bozza il 20 febbraio e approvato ufficialmente dal Cts il 2 marzo, è la meteora dei palazzi del governo. Sappiamo per certo che esiste (arrivò in busta chiusa ai membri del Cts il 1 marzo), sappiamo che trae spunto dalle attività della task force di Speranza, prima di passare nelle mani del Comitato, eppure nessuno lo tira ancora fuori. Il ministero continua a dire che il documento in questione,”non è un Piano pandemico approvato con atto formale dal Ministero della salute”. Chi ce l’ha allora? Chi l’ha approvato?

Il responsabile della Trasparenza, Alberto Zamparese, ha pure provato a mescolare le carte confondendo di nuovo il “piano segreto” con lo “studio Merler”. Nella lettera di risposta all’istanza dell’avvocato Locati, che il Giornale.it mostra in esclusiva, scrive che documento richiesto sarebbe solo uno “studio contenente elaborazioni matematiche e dati statistici sui possibili scenari in caso di epidemia, elaborato dalla Fondazione Bruno Kessler di Trento e illustrato per la prima volta il 12 febbraio 2020 dal dott. Stefano Merler ai membri del Comitato tecnico scientifico”.

La mezza verità, già affermata dall’avvocatura al Tar, dimentica però alcuni passaggi. Uno su tutti: quello che Merler presenta al Cts è sì uno studio, ma si intitola “Scenari di diffusione di 2019-nCov in Italia e impatto sul Servizio sanitario, in caso il virus non possa essere contenuto localmente”. Nulla c’entra dunque con il “piano segreto”, che di titolo ne ha un altro: “Piano operativo di preparazione e risposta a diversi scenari di possibile sviluppo di una epidemia da 2019-nCov”. Perché continuare a confonderli?

Resta infatti da capire: a chi bisogna chiederlo, per poterlo leggere? Il direttore dell’Ufficio Trasparenza una indicazione la dà: rivolgersi a Palazzo Chigi, Uffici della Protezione Civile. A dire il vero lo suggerisce per ottenere lo studio Merler, che come visto nulla c’azzecca, ma ipotizziamo valga anche per il “piano segreto”.

Su tutti gli “atti istruttori e contributi scientifici”, spiega il ministero, “è la Presidenza del Consiglio dei Ministri a effettuare le valutazioni circa l’opportunità di una loro pubblicazione, compatibilmente alle posizioni giuridiche soggettive e agli ulteriori interessi coinvolti, legislativamente tutelati”. Dunque ad essere tenuto all’ostensione del “documento oggetto di richiesta” è il capo del governo.

Quindi “secondo le regole del diritto d’accesso” ora bisogna “rivolgersi agli Uffici della Protezione Civile”. Risultato finale: non cambia nulla. Anche perché, a dire il vero, Locati l’istanza alla Presidenza del Consiglio l’ha già depositata. Sempre ad agosto, ma “non ci hanno ancora risposto”.

“La tesi del ministero è inaccettabile – attacca Bignami – Se degli esperti prospettano degli scenari all’esecutivo, le opzioni sono due: o quegli scenari sono ritenuti inaffidabili, e allora gli esperti devono essere sostituiti, oppure quegli scenari sono concreti, e vanno condivisi con gli italiani. La trasparenza si conferma essere un grosso problema per il governo Conte”.

La palla si sposta così in procura. Nei giorni scorsi la Finanza ha bussato al ministero della Salute per acquisire una grande mole di documenti. A Giuseppe Ruocco, segretario generale, ed altri dirigenti ministeriali i militari hanno chiesto di fornire i loro dispositivi informatici e la copia di “appunti, ogni tipo di documento, anche non protocollato, e file relativi al Piano nazionale sanitario in risposta a un’eventuale emergenza pandemica da Covid-19”. Lo dice anche Locati: “Se non vogliono mostrarlo a noi, dovranno farlo in tribunale”.

ilgiornale.it