“SARÀ VIETATO”. SCATTA IL NUOVO OBBLIGO PER GLI ITALIANI CHE VANNO AL BAR

Andare al bar a prendere un caffè al volo è un rituale per molta gente. Un appuntamento pre- giornata lavorativa; una piacevole pausa, un modo per incontrare un’amica di vecchia data, parlando del più e del meno.

Per gli italiani, poi, il caffé è d’obbligo. C’è chi lo preferisce amaro, chi molto zuccherato; insomma ognuno ha i suoi gusti a riguardo ma la tappa al bar è un must.

Molto spesso è un modo per staccare i fili e concedersi un momento piacevole, lontano dalla frenesia della quotidianità, tra mille impegni che ci portano ad andar di fretta.

Tra lo star dietro ai figli, il lavoro, la casa a cui badare, concedersi anche solo pochi minuti per bere qualcosa, serve a ritrovare la giusta concentrazione e perché no, la giusta carica.

Eppure per gli italiani che vanno al bar ci sono brutte notizie in arrivo, per via di un nuovo obbligo. Vediamo, dunque, cosa sta accadendo in quanto i contrari sono anche molti.

Nella proposta di regolamento sugli imballaggi presentata ieri, 30 novembre 2022, dalla Commissione Europea vengono espressamente vietate le confezioni monouso anche per lo zucchero nel settore Horeca ossia hotel, ristoranti e bar. Insomma, la tradizionale bustina di zucchero è destinata a sparire dai banconi dei bar di tutta l’Unione Europea.

Saranno messi al bando “bustine, tubetti, vassoi e scatole”. Verranno proibiti, se la proposta non sarà modificata dai colegislatori, “imballaggi monouso nel settore Horeca, contenenti singole porzioni o porzioni, utilizzati per condimenti, conserve, salse, creme per il caffè, zucchero e condimenti, ad eccezione di tali imballaggi forniti insieme ad alimenti pronti da asporto destinati al consumo immediato senza necessità di ogni ulteriore preparazione”. Salvi solo gli imballaggi “forniti insieme ad alimenti pronti da asporto destinati al consumo immediato senza necessità di ogni ulteriore preparazione“.

Se la proposta passerà così com’è, la bustina di zucchero, dopo l’esaurimento delle scorte, diventerà un lontano ricordo e si ritornerà, molto probabilmente, alle tradizionali e più ecologiche zuccheriere. Se dovremo dire addio alla bustina, ci troveremo a mettere la parola fine ad una controversia che si perde nei secoli: quella relativa alla sua invenzione.

C’è chi ritiene che affondi le sue origine nel 1862 a Philadelphia; mentre altri sostengono che a realizzarla siano stati due parigini, Loic de Combourg e Francois de la Tourrasse. Sarebbero (il condizionale è d’obbligo) stati loro gli inventori, nel 1908, nella sucre-pochette. Altri ancora la attribuiscono al all’inventore e imprenditore newyorkese Benjamin Eisenstadt. Benjamin Eisenstadt aveva un caffé a Brooklyn. Iniziò a fabbricare bustine di té, per poi proporre ai produttori di zucchero di confezionarlo in piccole bustine da pochi grammi.

Non avendo ottenuto il brevetto, gli zuccherieri gli rubarono l’idea e non gli diedero nemmeno un soldo in cambio . Senza lasciarsi abbattere, nel 1957 inventò la saccarina in polvere. La sua invenzione finirà fuori dall’Europa, per l’enorme rammarico dei collezionisti di bustine di zucchero, appassionati di glicofilia. E voi, cosa ne pensate? La notizia destabilizza un po’ tutti, specie gli amanti del caffé zuccherato che scuotevano le vecchie bustine, destinate a scomparire, leggendovi delle dediche sopra, prima di versare lo zucchero nella bevanda.