Salvini scende in piazza e i no global pure… Città col fiato sospeso

«Salvini muori, Salvini crepa, Salvini infame, sparate a Salvini, Salvini appeso a testa in giù».

I toni della scritta sullo striscione appeso ieri mattina davanti alla facciata dell’Università Statale, in via Festa del Perdono, non lasciano dubbi: quella di stamane – con i leader sovranisti europei riuniti in piazza Duomo insieme al vicepremier leghista Matteo Salvini per la chiusura della campagna elettorale e il «contro corteo» degli Antagonisti in presidio in piazza del Cannone e poi in corteo lungo la circonvallazione interna – sarà tutto fuorché una passeggiata. Sul profilo Facebook «Assemblea della Statale» la foto del lenzuolo con le scritte è accompagnato da una frase non rassicurante: «Anche dalla Statale un omaggio al Capitano! Da Berlusconi, Renzi, Salvini e Di Maio un’unica lezione: corruzione, precarietà, razzismo e repressione. #49milionidibacioni#salvinispia». L’ateneo requisisce lo striscione e serra i ranghi, promettendo però di sporgere denuncia lunedì e bollando l’accaduto come «atto grave e penalmente rilevante».

Alle 14 poi l’allarme scatta ancora una volta. Stavolta la Digos e la Scientifica corrono in via Giulio Carcano alla sezione della Lega «Darsena», già presa d’assalto più volte e dove lo scorso 22 gennaio la saracinesca era stata incendiata addirittura con una molotov. Ieri la responsabile al suo arrivo trova un vetro rotto sopra la saracinesca, mentre all’interno c’è polvere dappertutto: qualcuno ha svuotato un intero estintore e ha scritto sul muro slogan come «Lega la Lega».

«Siamo sotto attacco da mesi – lamenta il consigliere del Carroccio al Municipio 5 Alessandro Giacomazzi -. Questi individui hanno paura del consenso della Lega ma non hanno argomenti democratici con cui controbattere: la loro violenza non ci ferma».

Per oggi gli Antagonisti hanno preannunciato alla questura la presenza di cinquemila persone, ma la Digos non pensa saranno più di tremila. In realtà ciò che accadrà nel pomeriggio durante la «contro manifestazione» dal titolo apparentemente giocoso Gran Gala del Futuro, Indietro non si torna organizzata da «Non Una Di Meno» e «Milano Antifascista Antirazzista Meticcia e Solidale» dipende molto anche dalle previsioni, ma meteorologiche, come spiegano in questura. Centri sociali come «Il Cantiere» e «Il Lambretta», ma anche associazioni di area cattolica come «Mediterranea», che coordina Onlus e Ong attive negli interventi pro migranti in mare o i volontari laici del «Naga», si riuniranno in presidio in piazza del Cannone con musiche, danze e spettacoli di teatro a partire dalle 14, per poi sfilare lungo la circonvallazione interna (via Carducci, via De Amicis, via Molino delle Armi fino ai giardini della Guastalla) dalle 16 in avanti. Salvo sorprese dell’ultimo minuto. Ovvero a meno che la componente anarcoide dell’antagonismo milanese non si palesi all’improvviso a scippare una parte di corteo, infischiandosene dei limiti territoriali che li vogliono a distanza di sicurezza da piazza Duomo (non oltre la cerchia di piazza Missori, per intenderci) e del reparto mobile in tenuta anti sommossa che tenterà di ostacolarli, per marciare indomita verso i 20mila della Lega. Uno scenario semi apocalittico dal punto di vista dell’ordine pubblico e un’utopia numerica che la questura tende a escludere. O forse solo a scongiurare visti gli infausti presagi della giornata di ieri.