Salvini attacca Conte e toglie la mascherina. È caos al Senato

 

Gli scontri sul nuovo Dpcm arrivano anche al Senato. Protagonista: Matteo Salvini. L’atmosfera, martedì 27 ottobre, è già tesa quando il leader della Lega prende la parola.

Mascherina sulla bocca, sferra un affondo durissimo al premier Giuseppe Conte, accusandolo di disertare il Parlamento. Ma durante la foga dell’attacco si sfila la mascherina. Calderoli lo richiama. I grillini insorgono. Scoppia il caos a Palazzo Madama.

Salvini toglie la mascherina in Senato

Mentre Salvini parla dai banchi delle opposizione, si levano urla e contestazioni dalle postazioni pentastellate. “Vi domando, vi domando se ritenete normale, al di là delle urla di qualche M5s nervoso, che mentre il Senato e la Camera stanno lavorando il presidente del Consiglio si faccia gli affari suoi in televisione. Non è accettabile. Non è normale. È un insulto a milioni di famiglie, a milioni di lavoratori”, urla il senatore del Carroccio, sfilandosi la mascherina. E qui il presidente di turno, Roberto Calderoli, è costretto a richiamare il suo leader che ha violato il divieto: “Senatore Salvini si metta la mascherina”.

 

L’affondo contro Conte
Il leader del Carroccio, bacchettato dal compagno di partito e vicepresidente del Senato, esegue, ma rilancia l’attacco alla maggioranza targata Conte: “Io mi metto la mascherina, voi dovreste mettervi la maschera per vergognarvi di coprire una situazione surreale – tuona girandosi verso i banchi dei giallorossi -. C’è l’Italia col fiato sospeso. Ci sono tassisti, commercianti, lavoratori della cultura e dello spettacolo: noi siamo qua a votare. E Conte non è in Senato, non è alla Camera ma è in televisione, senza Casalino perché è a casa (perché positivo al Covid). Non è accettabile”, chiosa Salvini. Il premier, infatti, snobbando i lavori parlamentari, era impeganto in contempranea nella conferenza stampa di presentazione del dl Ristori, appena varato dal Consiglio dei ministri. Mentre Salvini interviene in Senato, Giuseppe Contea con i ministri Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli è a palazzo Chigi per illustrare i contenuti del decreto. “Abbiamo appena varato il decreto ristori, che vale complessivamente oltre cinque miliardi che saranno usati per dare risorse immediate a beneficio delle categorie penalizzate dall’ultimo Dpcm. Io ho firmato il Dpcm, all’una di notte circa, solo quando siamo stati sicuri che queste risorse c’erano”, assicura il premier ignaro dello scontro in scena a Palazzo Madama. La bagarre in aula infiamma un clima già surriscaldato dalla polemica del centrodestra per la ritenuta non urgenza di votare al Senato i regolamenti europei e alla Camera la legge sulla omotransfobia. Il botta e risposta con la maggioranza giallorossa, a margine del duro intervento del segretario della Lega, non fa che aggiungere benzina al fuoco. E al Senato esplode il caos.

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