Roma, immigrato devasta il pronto soccorso del San Camillo: pazienti messi in salvo dagli infermieri

Ancora una volta un ospedale teatro di violenza cieca e devastazione. Accade al San Camillo di Roma. “Ancora un’aggressione, un altro Pronto soccorso devastato, un nuovo pandemonio che genera paura e danni”. E’ l’Ordine delle professioni infermieristiche (Opi) di Roma a stigmatizzare in  una nota l’accaduto. Un’alba drammatica: un uomo  si è impossessato di un estintore e cominciato a distruggere tutto quanto gli veniva a tiro. A mettere in salvo i pazienti presenti in quel momento sono state in particolare due infermiere.

“Questa volta – si legge nella nota – non si sono registrati feriti tra i pazienti e il personale sanitario, ma il rischio è stato grande. E ripropone in tutta la sua drammaticità l’emergenza sicurezza nellestrutture sanitarie”. A mettere a ferro e fuoco il pronto soccorso della struttura romana è stato, secondo il racconto riportato
dall’Ordine, un uomo di 44 anni originario della Costa Rica, ma da anni residente a Roma. Era già noto alle forze dell’ordine ed era sotto l’effetto di stupefacenti.

“Noi come in trincea”

“Dopo essere stato sottoposto a un esame radiografico ha scatenato l’inferno: si è impossessato di un estintore
e ha devastato porte finestre dei locali riservati ai codici rossi; quello della Tac e le stanze per le ecografie. Ingenti i danni causati alle apparecchiature”, riferisce l’Opi della Capitale. L’uomo, ricostruisce l’Ordine delle professioni infermieristiche di Roma, “ha poi minacciato un agente della vigilanza intervenuto per
fermarlo. Ha tentato di sfilargli la pistola d’ordinanza, senza riuscirci. Nel tentativo di placarne la furia, l’agente è uscito all’esterno dei locali e ha esploso un colpo in aria. Per bloccare l’esagitato ci sono voluti i carabinieri del Nucleo radiomobile che lo hanno condotto in carcere a Regina Coeli”.

Un incubo:  se non ci sono stati feriti tra i pazienti  lo si deve in particolare a due infermiere di turno. Angeli ancora una volta. Hanno provveduto subito a mettere in sicurezza i pazienti presenti nell’area rossa e nel resto del Pronto soccorso. “Un esempio di coraggio e professionalità che merita il plauso di tutti i colleghi”. A loro va l’elogio della presidente dell’Opi di Roma, Ausilia Pulimeno: “Episodi come questo confermano che la nostra è una trincea quotidiana. Gli infermieri e gli altri operatori sanitari dei pronto soccorso sono in prima linea e vanno protetti”.

“La sicurezza rimane un’emergenza”

“Siamo orgogliosi – prosegue l’encomio – di annoverare nella nostra famiglia professionale colleghe coraggiose e pronte come quelle del pronto soccorso del San Camillo.  Non vogliamo però essere degli eroi e tantomeno
dei martiri”, avverte la nota. “La sicurezza degli operatori è una priorità per l’intero sistema sanitario e va perseguita con la massima determinazione. La vigilanza va rafforzata specie nei Pronto soccorso, servono strumenti e protocolli per arginare il fenomeno della violenza contro gli operatori sanitari. Qualcosa si è fatto, ma molto si può e si deve fare ancora”.