Roma e il Lazio tra giallo e arancione, parametri al limite con l’incognita delle varianti: domani la decisione

 

“Stimiamo un valore Rt lievemente in aumento”. L’assessore alla sanità regionale Alessio D’Amato, nel bollettino quotidiano sull’andamento di Covid-19 a Roma e nelle province del 17 febbraio, da un lato ha confermato i sospetti sul Lazio accendendo la spia arancione, ma dall’altro ha gettato acqua sul fuoco: “I dati dell’incidenza” dell’infezione da Sars-CoV-2 “e i dati dei tassi di ospedalizzazione sono al di sotto delle soglie di allerta”.

E che la situazione, tra fascia gialla e fascia arancione, sia al limite, lo ho sottolineato anche il presidente della regione Nicola Zingaretti: “Ci sono dati preoccupanti, non bisogna nasconderlo, soprattutto per quanto riguarda le varianti. Abbiamo preso dei provvedimenti riguardo un comune della provincia di Latina. Ciò che funziona è il monitoraggio, quindi insieme alla soddisfazione che dobbiamo avere per il proseguo della campagna vaccinale, dobbiamo ricordare a tutte e a tutti che non è finita”.

“Il virus – ha detto Zingaretti – come la scienza ci ha sempre detto, può variare e sta variando molto rapidamente. Insieme alla campagna vaccinale e alla campagna dei tamponi, quello che farà la differenza è il comportamento individuale delle persone. Bisogna tenere alta l’attenzione”. Ed è prorio sul tema delle varianti che si giocherà la partita nelle prossime ore, anche perché a Roma di casi del genere ce ne sono stati già. 

L’indice Rt in aumento

Come detto, gli occhi sono puntati sull’indice Rt, l’indice che misura la trasmissibilità del virus. Nell’ultimo monitoraggio pubblicato una settimana fa nel Lazio era attestato a 0.96 con intervalli tra 0.93 e 0.99, di pochissimo, quindi, sotto la soglia di guardia. Sopra quota 1, infatti, l’epidemia si può considerare in una fase espansiva. Se la regione della Capitale dovesse superare quella soglia, potrebbe quindi finire in zona arancione, anche se questo non è l’unico parametro da tenere in considerazione. 

La situazione negli ospedali

Gli altri dati illustrano un quadro in chiaroscuro: mercoledì si sono registrati 871 casi, 349 a Roma – erano 574 solo 24 ore prima – e 319 nelle province. Insomma, leggendo questi numeri la situazione appare gestibile. Approfondendo, però, si nota un duro aumento del numero delle vittime, 55 decessi rispetto ai 32 del bollettino precedente con il Lazio secondo in questa tragica classifica giornaliera solo al Veneto.

Un dato che ha inciso anche sul bilancio dagli ospedali. Al momento i plessi del Lazio sono sotto la soglia d’allerta per i ricoveri, ma con il triste primato nazionale del maggior numero di ingressi in un giorno in terapia intensiva (14). Calano però i degenti (da 253 a 239) e diminuiscono anche i ricoveri ordinari, mentre il tasso di positività generale è sotto al 3,6%. Dati che, purtroppo, devono tenere conto chiaramente dei morti in un solo giorno. La Regione sta lavorando con Asl ed aziende ospedaliere un nuovo scenario di rimodulazione dei posti letto per allargare di più la rete Covid. 

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Il nuovo focolaio nella regione

Sul piatto della bilancia c’è anche la questione riguardante i focolai. In questo caso di una zona rossa, quella nel comune di Roccagorga in provincia di Latina. Anche in questo caso, a far paura è la variante inglese come ha sottolineato il sindaco Nancy Piccaro: “I casi accertati di Covid per il 90 per cento sono variante inglese”.

La Regione Lazio ha disposto così misure restrittive severe a causa di due cluster e l’ordinanza firmata sarà valida dal 15 febbraio e per i 14 giorni successivi. Nancy Piccaro ha spiegato: “Il virus si è diffuso in modo emergenziale, ed è a quel punto e con quei presupposti che si è fatto strada il sospetto che ci trovassimo a che fare con la variante inglese”.

Lazio in zona arancione: cosa succede

Con una eventuale conferma della zona arancione non saranno consentiti gli spostamenti al di fuori del proprio comune di residenza e rimarranno chiusi bar, ristoranti e pasticcerie. Sarà consentito soltanto il servizio da asporto e saranno invece aperti i negozi fino alle 21. Gli spostamenti all’interno del proprio comune sono liberi dalle 5 alle 22, mentre dalle 22 alle 5 di mattina sono consentiti soltanto spostamenti per lavoro o motivi di salute. Sarebbe una nuova e dura mazzata per bar e ristoranti.

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