RITA PAVONE: “ARRIVAI ILLIBATA, LA MIA PRIMA VOLTA PROPRIO CON..”
In un’intervista al Corriere della Sera, Rita Pavone ha dichiarato: “Per me la musica era il riscatto. A dodici anni facevo la camiciaia, lavoravo nove ore al giorno, prendevo due autobus alle cinque del mattino”. Parole in cui è racchiuso tutto il suo amore per la musica, professione di cui lei è uno degli esempi più grandi del panorama musicale italiano e non solo.
Un’intervista in cui parla del suo anno fortunato, il 1963, dicendo, in proposito: “Quell’anno fu il singolo più venduto. Che tempi, per me. Terzo posto nella classifica di tutto il 1963 per Come te non c’è nessuno , dodicesimo per La partita di pallone, ventiduesimo per Alla mia età , trentatreesimo per Il ballo del mattone, quarantatreesimo per Non è facile avere 18 anni. Diciotto anni. Era proprio l’età che avevo in quell’anno breve e meraviglioso. Il mondo sembrava un’autostrada, come quella del Sole, la vita ci spalancava le braccia, tutto sembrava un’opportunità, avevamo fiducia nel futuro, il peggio era alle spalle. Oggi le braccia sono serrate, soffocanti, ci stringono, ci trascinano in un buio rabbioso”.
Il primo incontro con suo marito? E’ presto detto: “Chi vinceva il festival aveva diritto a un provino alla Rca, sulla via Tiburtina. Fu lì che vidi per la prima volta Teddy Reno, l’uomo della mia vita. Io entravo, lui usciva. Ho l’immagine davanti agli occhi, aveva una giacca appoggiata sulla spalla.
Poi una clamorosa dichiarazione, riguardante proprio Gianni Morandi (e resterete sbalorditi). Rita ha dichiarato: “So che non ero bella, ma ho avuto molti corteggiatori. Persino Gianni Morandi mi faceva il filo, ma non era il mio tipo. Siamo sempre restati amici. Era come mio fratello. Ci sentiamo simili. Suo padre calzolaio, il mio tornitore. Tanta fatica, tanta gavetta”.
Infine un confessione decisamente forte:“Sono arrivata illibata al matrimonio, nonostante i miei ormoni galoppassero. È stata dura, immagino anche per Teddy. Lui aveva diciannove anni più di me e nell’Italia bigotta del tempo fu visto come uno scandalo. Ci siamo sposati nel 1968 e stiamo ancora insieme. Ora lui qualcosa non la ricorda più ma ci basta uno sguardo per capirci. Ce ne dissero di tutti i colori e forse da quel momento in poi il mio successo è cominciato a scemare. In Italia. Perché fuori tutto è continuato”. Un amore forte, che ha superao i pregiudizi ma per il quale in Italia, a suo dire, è stata penalizzata. Altrove, invece, il suo successo è rimasto inalterato, come si vede nel suo trionfo all’Olympia di Parigi nel 1972.