Ripristino servizio di leva, in arrivo le lettere per i giovani, famiglie in subbuglio: ecco dove sta accadendo

L’UE SI STA MOBILITANDO IN PREVISIONE DI UN ESCALATION MILITARE IN EUROPA: ECCO COSA STA SUCCEDENDO E DOVE

I venti di guerra che spirano in Europa stanno condizionando le politiche di molti paesi dell’Ue. Non è un caso che alcuni paesi scandinavi, soprattutto la Norvegia, stiano implementando gli stanziamenti economici per finanziare la propria macchina bellica se il conflitto dovesse materializzarsi. Si parla addirittura di uno stanziamento di almeno 600 miliardi di corone norvegesi, pari a circa 51,7 miliardi di euro, nei prossimi dodici anni.

LE STRATEGIE DEI PAESI SCANDINAVI

I paesi scandinavi stanno anche potenziando le politiche per ricevere rinforzi alleati in tutta l’area nordica e gestire insieme alle forze alleate, le operazioni di guerra per tutelare l’autonomia e la libertà di tutta la regione. Nel piano di rafforzamento della Norvegia rientra anche l’acquisto di almeno cinque nuove fregate e sottomarini, oltre al potenziamento del sistema di difesa aerea a lungo raggio. Il tutto sarà fatto senza dover ricorrere a massici tagli pubblici, come ha avuto modo di spiegare il ministro delle Finanze Trygve Slagsvold Vedum.

LA LETTERA INVIATA AI GIOVANI NEI PAESI BASSI

L’altro piano è quello di aumentare il numero di soldati di leva dagli attuali 9mila a 13.500 entro il 2036. Una situazione analoga a quella che si sta verificando nei Paesi Bassi, in cui sono state inviate lettere ai giovani in cui si paventa la possibilità di doversi mobilitare in caso di eventuale chiamata alle armi. Si menziona, nella lettera, anche l’obbligo di presenza in caso di guerra. Il tono della lettera ha destato molte perplessità non solo ai giovani ma anche alle famiglie.

COSA RIPORTA IL TESTO DELLA LETTERA

Se nella lettera si parlava nel 2018 di un avviso in cui si diceva ai giovani “non sei un soldato di leva, sei solo registrato” le ultime lettere contengono invece la parola “guerra”: “In casi eccezionali, come l’imminenza di una guerra, il governo e il parlamento sarebbero chiamati a istituire l’obbligo di frequenza”. Nella lettera si evidenzia anche che “nei Paesi Bassi viviamo in pace, ma in tutto il mondo ci sono molti disordini e, a volte anche nelle vicinanze”.