Riaprono le piste di sci: “Con lo stop agli spostamenti è una beffa”

 

 

Gli amanti dello sci possono tirare un sospiro di sollievo. A meno di colpi di scena dell’ultimo minuto, dalla prossima settimana riapriranno gli impianti di risalita.

Iniziano Lombardia e Piemonte da lunedì 15 febbraio, seguono Trentino, Valle d’Aosta, Veneto e Friuli che aspetteranno la fine del carnevale per riaprire, tra il 17 e il 19 febbraio.

Sarà però un inizio soft, nonostante la neve abbondante ad alta quota, perché saranno previsti accessi contingentati con capienza al 30% rispetto alla portata ordinaria dei comprensori e prenotazione online degli skipass altrimenti il rischio di non salire sugli impianti sarà alto. Oltretutto a funzionare saranno solo le stazioni sciistiche in zona gialla e così l’Alto Adige, ora in zona arancione, dovrà aspettare ancora.

Ma non è tutto perché la proroga fino al 5 marzo del divieto di spostamento tra le regioni ha di fatto ridotto l’effetto delle riaperture e così non mancano le lamentele. “Per noi che abbiamo pochi abitanti e grandi aree sciistiche il blocco tra le regioni è come una presa in giro”, è il commento dell’assessore al turismo della provincia di Trento, Roberto Failoni. “Abbiamo bisogno di questa ripartenza, non è una questione di guadagno – aggiunge -, ma di dignità del lavoro. Noi siamo pronti”. Tra l’altro la provincia di Trento rischia proprio oggi, con l’attesa ordinanza del ministero della Salute che dovrà confermare o modificare i colori delle regioni, di essere declassata in zona arancione e di ritardare ulteriormente la partenza. “Il turismo interno rappresenta appena il 20% del totale – spiega Luca Guadagnini, il presidente trentino degli impiantisti – noi a differenza di Lombardia e Veneto non abbiamo una massa critica che ci consenta di sopperire all’assenza dei vacanzieri”. A pagare il prezzo più alto saranno le strutture ricettive. Molti proprietari di alberghi si sono detti disposti a riaprire solo con l’arrivo dei turisti. Senza di loro gli hotel resteranno quasi tutti chiusi. “Eppure riattivare gli impianti anche in perdita – afferma Guadagnini – sarebbe un segnale. Permetterebbe di far rientrare gli stagionali, offrirebbe un servizio alla comunità trentina”.

Curiosità: con gli sci ai piedi si potrà lungo le piste oltrepassare i confini regionali, l’importante è – si legge nelle ordinanze – non concedersi pause nel territorio altrui, tranne che nei casi di forza maggiore. Per le baite varranno le regole previste per i ristoranti e in caso di tormenta di neve e quindi assembramenti nei rifugi sarà obbligatoria la mascherina per tutti. Sulle seggiovie aperte la portata massima consentita sarà al 100%, sulle seggiovie con schermo protettivo abbassato al 50%, così come su telecabine e funivie. L’obiettivo: salvare almeno una parte della stagione sciistica fino a Pasqua.

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